Famiglia Cristiana n° 07 - febbraio 2011

COME VANNO LE COSE

IL GRANDE QUADRO? ME LO VEDO A CASA

La rete offre un nuovo strumento per scoprire nei capolavori di tutto il mondo particolari invisibili a occhio nudo.

Ingrandimenti da capogiro, opere d'arte ad altissima definizione messe in Rete, a disposizione del grande pubblico nel sito googleartproject.com Si tratta di immagini di 7 gigapixel, cioè 7 miliardi di pixel, circa 700 volte la risoluzione di una fotocamera digitale di media qualità. Con un click di mouse possiamo ritovarci al MoMA di New York e vedere a grandezza ipernaturale i particolari degli astri della Notte stellata di Vincent van Gogh; e, con un altro click, volare all'Hermitage di San Pietroburgo e contare i capelli del figliol prodigo di Rembrandt.

Muovendoci poi virtualmente nelle sale di uno dei 17 musei presenti nel nuovo sito possiamo scegliere alcuni quadri, ingrandirli, accedere a documenti e schede informative sull'opera, creare con gli strumenti messi a disposizione dal sito dei percorsi personalizzati di visita da condividere con amici, utili per programmare un viaggio d'arte e cultura.

La Galleria degli Uffizi di Firenze è stato il primo grande museo italiano inserito nel sito googleartproject.com Christian Ghiron, responsabile delle nuove tecnologie presso la direzione generale del ministero per i Beni e le attività culturali, sottolinea come questo metodo di visita virtuale in street view consentirà non solo di valorizzare ma anche di salvaguardare l'immenso patrimonio artistico e archeologico italiano.

Già dei siti dell'Aquila e di Pompei abbiamo le immagini a 360 gradi prima dei crolli e presto avremo a disposizione attraverso Google una visita al Colosseo, al Palatino e ai Fori imperiali; per poi arrivare, in un vicino futuro, ad avere a disposizione ben 127 luoghi archeologici italiani.

LA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI A 360 GRADI

Grazie alla collaborazione fra il Comune di Padova, i Musei civici, Haltadefinizione e Il Sole 24 Ore il ciclo pittorico della Cappella degli Scrovegni, che ci racconta gli episodi del Vangelo e fu commissionato agli inizi del Trecento a Giotto dal ricco banchiere Enrico Scrovegni, fino al 17 maggio 2011 è visibile in:
http://cappella-scrovegni.ilsole24ore.com
è possibile così prepararsi alla visita sul posto che, per l'altissimo numero di richieste, va programmata con anticipo e non può superare il quarto d'ora. Gli stessi limiti per L'ultima cena di Leonardo, anch'essa visibile sul sito www.haltadefinizione.com insieme con altri capolavori come La primavera di Botticelli.

A SPASSO SULLE VOLTE DELLA SISTINA

Muoversi nella basilica di San Pietro, scendere nella necropoli Vaticana, salire con una zoomata sulle volte della Cappella Sistina e ritrovarsi faccia a faccia con gli affreschi di Michelangelo. Tutto questo oggi è possibile restando davanti al computer di casa grazie alla tecnologia digitale che fotografa ad altissima definizione e a 360 gradi queste opere e le mette a disposizione.
Sul sito www.vatican.va è possibile visitare le grandi basiliche romane - San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore, San Paolo fuori le Mura - e anche un luogo solitamente inaccessibile al pubblico come la Cappella Paolina in Vaticano, dove recenti restauri ci hanno restituito due grandi affreschi dell'ultimo Michelangelo: La conversione di san Paolo e La crocifissione di san Pietro.

L'ULTIMA CENA

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Un grande spazio luminoso ci viene incontro nella semplicissima prospettiva dei tappeti appesi alle pareti, del soffitto a cassettoni e delle finestre sullo sfondo. Così Leonardo da Vinci ci introduce nella stanza dell'Amore, dove si consuma il tradimento, e ferma l'istante in cui Gesù pronuncia le parole: uno di voi mi tradirà. Da quelle parole scatta il dramma: ciascuna apostolo si agita, chi per discolparsi, chi per accusarsi, chi per ritrarsi scandalizzato. Leonardo - grande studioso dei moti dell'animo umano - descrive la calma di Gesù che domina l'agitazione degli apostoli.
Alla sua destra Giovanni Pietro e Giuda. Giovanni ha appena staccato il capo dal petto del Maestro, ha appena ascoltato i battiti del suo cuore. Pietro gli si avvicina per chiedergli: che ti ha detto, chi è il traditore? Vicino a Pietro, quasi fosse la sua controfigura, Giuda si ritrae stringendo con un a mano i denari, prezzo del tradimento, mentre con l'altra sta per intingere un boccone nel piatto, secondo le parole di Gesù: "Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. La mano destra di Gesù è simmetrica e opposta a quella di Giuda e forse fa un tentativo estremo di fermarlo: Leonardo lascia in sospeso l'azione, aperta alla possibilità. Con l'altra mano Gesù si offre nel sacrificio estremo preannunciato da quel pane e dal quel vino sparsi sulla tavola. Le braccia di Gesù legano i due gruppi: a destra Tommaso con il dito alzato chiede: sono forse io? Giacomo spalanca le braccia scandalizzato e si dichiara estraneo ai fatti. Filippo si porta con innocenza una mano al cuore. Ancora un gioco di mani corre come un brivido all'estremità destra dell'affresco, mani che parlano, si interrogano:.Matteo, Simone e Taddeo commentano l'accaduto; all'estremità opposta della tavola Giacomo il minore con Andrea e Bartolomeo che, da dietro, tocca la spalla di Pietro per chiedergli: chi è il traditore? La luce azzurra del tramonto filtra e circonda il volto di Gesù come un'aureola sfumata: una luce naturale, una luce lombarda che richiama i "monti sorgenti dall'acque" tanto cari al Manzoni e allo stesso Leonardo che vi ambientò La vergine delle rocce.

IL RITORNO DEL FIGLIOL PRODIGO

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Una luce radente illumina la soglia della casa ed evidenzia gli attori principali del dipinto: sotto gli occhi del fratello maggiore, in piedi sulla destra, il padre accoglie il figlio minore che si era perduto. Il punto emotivamente più forte del dipinto sono le mani del padre sulle spalle del figlio. Qualcuno ha notato che quelle due mani sono molto diverse tra loro: la destra è più gentile e il polso più sottile, la sinistra è più larga e tozza, quasi che Rembrandt avesse voluto esprimere in quelle mani la forza insieme alla dolcezza, la misericordia insieme alla giustizia. Del resto il senso della parabola del Figlio prodigo narrata nel Vangelo di Giovanni è proprio questo: Dio perdona, sempre.
Gli occhi del padre sono quelli di un vecchio che stenta a vedere. Occhi che si sono consumati nell'attesa di quel figlio scrutando giorno e notte l'orizzonte e ora vedono soltanto il suo bisogno, la sua indigenza. Il padre è cieco d'amore per il figlio e lo abbraccia stringendolo a sé. La veste del figliol prodigo, simbolo della sua anima, è lacerata e i calzari consumati dal lungo viaggiare. Il mantello del figlio maggiore, invece, brilla dello stesso colore rosso di quello del padre, di cui ha condiviso con fedeltà la vita. Alcune figure escono dal buio del fondo appena accennate e con sguardi stupiti assistono al gesto misericordioso del ritorno del figliol prodigo tra le braccia misericordiose del Padre.