Famiglia Cristiana n° 11 - marzo 2012

STORIA DEL POPOLO DALLE PIETRE URLANTI

"Dei mille villaggi armeni della piana di Mush resterà solo il nome, nella memoria dei pochi superstiti in esilio, nelle parole di qualche nostalgica canzone". In queste parole della scrittrice Antonia Arslan (Il Libro di Mush, Skira) c'è tutto il dramma di un popolo da sempre perseguitato e che, se nel 1914 contava ancora due milioni di persone, dopo il genocidio (un milione di morti) e la forzata diaspora (in Russia e America) si ritrovava nel 1923 ad essere ridotto nella propria patria a 70 mila persone. Oggi gli armeni presenti sul territorio sono tre milioni, mentre cinque milioni vivono all'estero.

La grande mostra veneziana, distribuita in tre sedi, racconta, attraverso splendide miniature, carte geografiche, modelli di chiese, croci ed epigrafi incise nella pietra e splendidi tappeti la storia del "popolo delle pietre urlanti" (come lo definì il poeta russo Osip Mandestam), un popolo di antichissime tradizioni che ha trovato nel cristianesimo, a cui si convertì nel 301, la forza e le ragioni della propria arte, cultura e civiltà.

E per gustarla appieno dobbiamo immaginare questi manufatti ambientati nei grandi, selvaggi spazi dell'altipiano dell'Anatolia, con i suoi laghi azzurri e le montagne innevate, tra cui si distingue la cima del biblico Ararat, protagonista della grande tela di Yvan Aivazovski esposta a Venezia: Discesa di Noè dal monte Ararat (1889).

Armenia. Impronte di una civiltà
Venezia, Museo Correr - Museo archeologico nazionale - Biblioteca nazionale Marciana, fino al 10 aprile.

Catalogo Skira.
Info: tel. 848.082.000
www.correr.visitmuve.it