Famiglia Cristiana n° 16 - aprile 2006

COLLANA ARTE E FEDE NEI LUOGHI DELLO SPIRITO

PRIMO VOLUME: PIEMONTE, LIGURIA E VAL D'AOSTA

Introduciamo il primo volume della nuova collana Arte e Fede nei luoghi dello Spirito con un'intervista a sua eccellenza monsignor Germano Zaccheo, vescovo di Casale Monferrato e incaricato dai vescovi del Piemonte per i beni culturali della regione.

- Che cosa pensa di questa nuova collana di arte e fede...
"Trovo che questa selezione, pur dovendo necessariamente tralasciare alcuni luoghi, sia interessante perché tiene presenti i sacri monti, abbazie e santuari e alcuni tra i monumenti cittadini più importanti. Credo che una pubblicazione di questo tipo possa aiutare a colmare la divisione tra fruizione artistica ed esperienza di pietà popolare, due realtà che spesso restano separate per il turista comune".
- Come nascono i sacri monti, e qual è la loro funzione?
"I sacri monti piemontesi e anche lombardi sono un fenomeno unico nella cultura italiana ed europea; tra quelli citati occorre aggiungere il sacro monte della Trinità sopra Ghiffa (Novara), l'incompiuto sacro monte di San Carlo sulla collina di Arona e, verso il Canton Ticino, Brissago e Locarno con il santuario della Madonna del Sasso. Il modello è quello di san Carlo Borromeo e della Riforma cattolica tra '500 e '600, ma all'origine c'è l'intuizione del francescano Bernardino Caimi, fondatore a fine '400 del sacro monte di Varallo. Provenendo dalla Custodia di Terra Santa, egli volle ricostruire meticolosamente i luoghi dove visse Gesù per i fedeli che non potevano recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme. Varallo è uno splendido esempio di "teatro montano" sul cui modello sono sorti gli altri sacri monti piemontesi, ma con caratteristiche proprie: Orta, dedicato alla vita di san Francesco, Arona a quella di san Carlo, Crea e Oropa ai misteri mariani, Domodossola ai racconti della passione. La vera questione è come oggi il pellegrino possa cogliere sotto la veste barocca e talvolta enfatica quel messaggio di fede che può dare sostanza alla pietà popolare".
- I santuari mariani sono meta di continui pellegrinaggi. è possibile sottolinearne alcune caratteristiche?
"Tra i santuari che avete scelto, il più alto d'Europa, è Sant'Anna di Vinadio (2.035 metri), il più frequentato è Oropa, il più significativo quello di Bra con i suoi fiori invernali, il più celebre Nostra Signora della Guardia di Genova".
- A san Giovanni Bosco sono dedicati il santuario di Maria Ausiliatrice e Colle don Bosco. Cosa rapprentano per i piemontesi questi due luoghi?
"Torino ha un rapporto straordinario con la Consolata, santuario cittadino e cuore della città: basta aver partecipato una volta, in giugno, alla solenne processione della Consolata per capirne la popolarità. Colle don Bosco, presso Castelnuovo, paese locale del santo, è invece particolarmente sentito da tutto il Piemonte, soprattutto dai giovani; dopo il recente, geniale restauro interno, anche l'aspetto artistico si è decisamente valorizzato".
- Qual è la situazione delle abbazie?
"Le abbazie del Piemonte, della Valle d'Aosta e della Liguria sono molte e di gran pregio artistico. Tante, purtroppo sono spopolate, a volte ridotte a luoghi artistici di turismo di massa, con conseguenze negative che è facile immaginare. Novalesa, per fortuna, è ancora abitata dai benedettini ed è ricca di una storia millenaria, di arte e di cultura, così che una visita lascia stupiti e ammirati".
- Cosa rappresenta la Sacra di San Michele, monastero-fortezza arroccata all'imbocco della Valle di Susa?
"Credo che la Sacra sia davvero quel "culmine vertiginosamente santo" di cui parlava il grande poeta rosminiano Clemente Rebora, che lassù passò alcuni anni della sua mistica esistenza. Non per nulla la Sacra è stata assunta a simbolo dell'intera regione Piemonte. La traiettoria che attraversa l'Europa da Mont-Saint-Michel in Francia a Monte Sant'Angelo in Puglia passa attraverso questo punto elevato del Piemonte, che è consacrato fin dal tempo dei Longobardi a san Michele arcangelo, patrono delle altezze. La vocazione europea della Sacra è così sanzionata dalla storia, oltre che dall'arte e dalla poesia, di cui le sue pietre nude e scabre sono per così dire la voce".