Famiglia Cristiana n° 17 - aprile 2009

GLI SFORZI PER LA TUTELA E IL RECUPERO DEL PATRIMONIO ARTISTICO

LE MEMORIE DEI LUOGHI DA METTERE IN SALVO

Chiese, piazze, antichi palazzi, opere d'arte: i danni sono enormi. "Ma l'identità di un popolo va tenuta viva".

"Le chiese, le piazze, i palazzi antichi esprimono in modo simbolico la memoria e l'identità più profonda di questi luoghi". è stato il primo commento, all'indomani del terremoto, del ministro per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi che in questi giorni sta visitando l'Aquila e il luoghi colpiti dal sisma.
I primi sforzi di messa in sicurezza degli edifici religiosi e civili e di recupero delle opere d'arte si sono concentrati naturalmente sul capoluogo abruzzese. Dai resti del transetto di Santa Maria di Collemaggio, uno dei luoghi-simbolo dell'Abruzzo (sul colle Maggio, alla periferia dell'Aquila) è stata subito recuperata - intatta - la veneratissima teca con le spoglie di Celestino V, il Papa del "gran rifiuto" dantesco, l'eremita Pietro da Morrone che nel 1274 fece edificare questo santuario a scacchi rossi e bianchi, capolavoro del romanico abruzzese. "La facciata di Collemaggio è salva grazie ai ponteggi che la ingabbiavano al momento della scossa", commenta Giuseppe Proietti, segretario generale del ministero per i Beni artistici e culturali, che ha accompagnato Bondi nei rilievi.

Preziosi recuperi d'arte

Dopo la preziosa teca è stata la volta di quattro confessionali, di alcune tele di Karl Rutherds, allievo di Rubens, tra cui quella che rappresenta proprio l'incoronazione di Celestino V, avvenuta nel 1294 qui a Collemaggio. Infine è stata recuperata una statua in terracotta policroma raffigurante una Madonna con Bambino del Cinquecento, opera attribuita all'artista abruzzese Saturnino Gatti. Gli operai del Comune hanno inoltre recuperato in città, tra i resti di un torrione, la bolla della Perdonanza, emanata da Celestino V nel 1294, indulgenza che si rinnova ogni anno il 28 e 29 agosto.
Se nella piazza del Duomo la cupola ottocentesca di Santa Maria del Suffragio, o "delle anime sante", è diventata un po' il simbolo di questo terremoto (e verrà ricostruita sui disegni del Valadier), non dobbiamo dimenticare la cupola della chiesa di Sant'Agostino crollata sulla Prefettura e i danni al campanile della chiesa di San Bernardino, dove riposano le ossa del santo predicatore senese, morto a L'Aquila, i cui resti sono stati messi al sicuro a Collemaggio.
Dalla Prefettura crollata è iniziato il lavoro di trasferimento nella nuova sede di Sulmona delle pergamene, degli antichi catasti e dell'archivio storico: i danni sono difficilmente valutabili e riguardano 5.600 metri cubi di unità archivistiche e 14 mila volumi della biblioteca. Dalla Curia arcivescovile pericolante i carabinieri hanno recuperato i calici e gli arredi sacri. Nel Museo Nazionale d'Abruzzo, che si trova nella fortezza, è iniziata l'opera di rilevamento e recupero dei beni artistici che verranno poi trasferiti nel Museo preistorico di Celano-Paludi".
E gli sciacalli dell'arte? Assicura Giuseppe Proietti: "Il centro storico dell'Aquila è interdetto dalle forze dell'ordine mentre nei piccoli centri c'è più controllo da parte degli stessi abitanti delle tendopoli".
Le notizie sono anche positive. A Paganica i vigili del fuoco hanno recuperato la statua della Madonna dalla facciata pericolante della chiesa della Concezione. A Fossa l'icona della Madonna del latte è uscita illesa dalle macerie di Santa Maria ad Cryptas. A Tornimparte, nella chiesa di San Panfilo, risultano illesi gli affreschi rinascimentali di Saturnino Gatti. Dalla chiesa di Onna recuperata una Madonna lignea del Quattrocento. Sarebbe ancora lungo l'elenco dei luoghi e dei nomi dove la memoria va tenuta viva. Anche attraverso le pietre e i colori.

LA PROPOSTA DELLO STORICO DELL'ARTE

Monsignor Timothy Verdon, statunitense, insigne storico dell'arte da oltre trent'anni in Italia, docente presso la Stanford University e la Facoltà Teologica dell'Italia centrale, direttore a Firenze dell'Ufficio diocesano per la catechesi, lancia qui di seguito - attraverso Famiglia Cristiana - una proposta insolita e concreta per aiutare l'Abruzzo e il suo popolo a rialzare la testa.
"La salvezza dell'importante patrimonio d'arte sacra del territorio abruzzese, messo a rischio da questo terremoto, non è legata solo al valore intrinseco delle opere (calici, ostensori, suppellettili liturgiche, dipinti e statue), ma offre una preziosa chiave di lettura della vita e della spiritualità di questo popolo. Inoltre può rinnovare negli abruzzesi quel senso di antica dignità e coraggio che hanno dimostrato in questi giorni terribili; e che dovranno continuare a mostrare ancora per molto tempo, per riportare la vita alla sua normalità.
"Le opere d'arte sono l'incarnazione della vita di fede in Cristo. Riscoprire queste ragioni profonde è un contributo prezioso di solidarietà morale. Un'idea concreta potrebbe essere quella di organizzare con il ministero dei Beni culturali una mostra a Roma di opere d'arte, recuperate dal terremoto anche grazie al costo del biglietto. Sarà un'occasione preziosa per far scoprire agli italiani quali sono le basi della straordinaria dignità umana e cristiana del popolo abruzzese".