Famiglia Cristiana n° 21 - maggio 2010

INTERVISTA A FRANCO CARDINI

PERCHè L'OSPITE è SACRO

In tutte le culture antiche il diverso è degno di ospitalità e addirittura ne ha diritto. Lo straniero siamo noi.

- Professor Cardini, come vivevano l'ospitalità i popoli antichi?
"Bisogna innanzitutto fare una grande distinzione tra popoli nomadi e sedentari che necessariamente vivono situazione ambientali diverse e non sono fatti per intendersi ma per confliggere tra loro. Caino e Abele, Ulisse e Polifemo, Romolo e Remo, miti che hanno la stessa radice in tre differenti culture: l'ebraica, la greca e la romana e che sono all'origine della nostra civiltà occidentale e cristiana. Lo scontro avviene tra nomadi e sedentari e l'assassino è sempre il sedentario: Ulisse è il contadino che vuole tornare alla sua isola, Polifemo è il pastore nomade che si sposta continuamente".
- Stando così le cose su cosa si fonda il concetto di ospitalità?
"Secondo il tedesco Carl Schmitt, filosofo del diritto, hospes, cioè ospite e hostis, nemico pubblico, sono la stessa parola. L'ospite, come lo straniero e il nemico, sono protetti dalla divinità, il diverso è degno di ospitalità e addirittura ne ha diritto: questo è un concetto fondamente nella cultura romana, greca, germanica, celtica, indiana, cinese, dei pellerossa d'America; insomma, in tutte le culture del mondo".
- E noi occidentali oggi?
"Forse abbiamo perso questa coscienza se ci meravigliamo, per esempio, che gli ostaggi dei talebani sono stati trattati bene: non ci rendiamo conto che siamo a contatto con culture arcaiche che non hanno perduto il senso della sacralità dello straniero, e persino del nemico che, quando è debole, è protetto da Dio".
- Qual è il senso dell'ospitalità presso gli ebrei?
"Mi capita a volte di di partecipare al Seder che è un pranzo rituale per la Pasqua ebraica in cui vengono invitati anche ospiti stranieri e in cui si recita il salmo che dice: "Ricordati che anche tu sei stato straniero in terra d'Egitto". Ecco, è la scoperta di un elemento antropologico fondamentale: gli altri siamo noi".
- Come era vissuta l'ospitalità nel medioevo dei pellegrinaggi e delle crociate?
"Il pellegrino può essere un criminale, un violentatore o addirittura il diavolo in persona vestito da pellegrino, come si vede in alcuni cicli di affreschi medioevali; però bisogna accoglielo perché conviene: maltrattarlo non porta bene, mentre accoglierlo significa benedizione".
- Qual è il modello di ospitalità?
"Abramo che ospita i tre misteriosi pellegrini rivelatisi poi tre angeli: modello biblico fondamentale replicato nel vangelo in cui, al pozzo di Giacobbe, la samaritana, una donna straniera, accoglie uno sconosciuto non sapendo che è il Messia".
- Cosa accade nella Bibbia a chi tratta male i pellegrini?
"Se Abramo pur non sapendo chi sono i tre uomini che gli si presentano li accoglie e li serve a tavola, per contro, nell'episodio succesivo, gli abitanti di Sodoma cercano di violentare quegli angeli- pellegrini e proprio per questo vengono puniti da Dio".
- Anche Dio è un pellegrino?
"L'arca dell'Alleanza sta sotto la tenda, Dio è pellegrino e cammina con il suo popolo; l'arca è simbolo di Maria che porta Dio nel ventre".
- Come si lega l'ospitalità alle crociate?
"La crociata è un pellegrinaggio armato in deroga alle norme canoniche che volevano il pellegrino povero e disarmato. San Bernardo giustifica i cavalieri templari che, anche se religiosi, possono portare le armi per impedire un male maggiore che è la violenza contro i cristiani. Però, proprio durante le crociate, avvienne un rovesciamento interessante: molti ordini militari religiosi diventano ordini ospedalieri. Del resto negli ospedali militare ci si è sempre presi cura di tutti, compreso i soldati nemici.".
- Nel medioevo sono sorti altri luOghi di ospitalità?
"I monasteri. Sempre, dove c'è una comunità, si pratica l'ospitalità, nei monasteri buddisti come nei ribat musulmani diffusi nel nord Africa, fortezze poste sui confini del territorio islamico".
Riassumendo...
"Ci sono tre livelli di ospitalità. Il primo ha un valore storico antropologico comune a tutte le civiltà. Il secondo è il patto, l'allenza che Dio attraverso Abramo fa con il suo popolo. Nel cristianesimo, infine, Dio si fa uomo e ha bisogno di chi gli prepari da mangiare e un letto come le sorelle Marta e Maria; o di gli dia da bere, come la samaritana. In fondo, Gesù è il povero che chiede e che ci rimprovererà un giorno: Avevo fame... Avevo sete...".