Famiglia Cristiana n° 24 - giugno 2009

TEMPO LIBERO / WEEK-END

UN PITTORE E UNA TERRA

Tour nelle Marche, da Serra San Quirico, con le opere di Pasqualino Rossi, alle grotte di Frasassi e alle abbazie.

A Serra San Quirico, bellissimo borgo medievale nell'entroterra di Ancona, a pochi chilometri da Fabriano, è aperta fino al 13 settembre una mostra, che rappresenta una "prima" in assoluto, su un pittore che nelle Marche ha lasciato il segno: Pasqualino Rossi. La scoperta di un protagonista del Barocco. Le opere di questo artista di origine vicentina (1641-1722), che lavorò prevalentemente a Roma e nel centro Italia, sono messe a confronto con quelle di suoi illustri contemporanei con i quali è stato per anni confuso. Piccoli quadri di vita domestica si alternano a pale d'altare di alta ispirazione artistica e religiosa.
La mostra, promossa dal Consorzio Marche Verdi, nasce appunto nel segno del "verde" che domina le colline marchigiane ed è l'occasione per riscoprire antiche chiese e monasteri fortificati, abbarbicati su dirupi o nascosti nelle valli; e per rivivere l'atmosfera dell'anno Mille, quando l'eremita san Romualdo (952-1027), fondatore dei Camaldolesi, percorreva l'Appennino umbro marchigiano radunando intorno a sé discepoli e fondando le sue prime comunità monastiche. Altro santo locale che si incontra in questo viaggio che possiamo chiamare la "via delle abbazie" è Silvestro Guzzolini (Osimo 1177 - Fabriano 1267) fondatore dei Silvestrini, ordine benedettino il cui suggestivo monastero (san Silvestro a Montefano) domina dall'alto la città di Fabriano.
La mostra stessa sul pittore Pellegrino Rossi ha sede nell'ex monastero silvestrino di Santa Lucia, mentre nell'abside dell'attigua chiesa si possono ammirare cinque sue tele che raccontano la vita di santa Lucia. L'interno dell'edificio sorprende per lo straordinario rivestimento barocco di stucchi e oro che ricopre anche l'organo, realizzato nel 1676 da Giuseppe Maria Testa, che nelle Marche è considerato lo "Stradivari" di questo nobile strumento liturgico.
Da Serra San Quirico si parte per l'antica abbazia di Sant'Elena, fondata da san Romualdo tra il 1005 e il 1009. Ci si addentra poi nella spettacolare scenografia della Gola Rossa e di Frasassi, raggiungendo l'abbazia-fortezza di San Vittore delle Chiuse, che risale all'anno 1007 ed è caratterizzata dall'impianto quadrato a croce greca, dominato da una massiccia torre di difesa. I locali monastici annessi alla chiesa e ormai inutilizzati ospitano la sede del Museo speleopaleontologico di Frasassi dove, tra l'altro, è possibile ammirare uno splendido fossile di ittosauro lungo tre metri, un rettile marino vissuto circa 150 milioni di anni fa e rinvenuto proprio sulle scoscese rocce calcaree di queste gole.
Poco più avanti, verso Genga, si trovano le grotte di Frasassi, tra le più importanti ed estese d'Europa (visitabili da marzo a settembre, sito www.frasassi.com). Le grotte rappresentano l'attrazione naturalistica più forte della zona e, a partire dalla grande Grotta del vento, offrono un suggestivo susseguirsi di ambienti ipogei come la sala delle Colonne, la sala dell'Orso e la sala dell'Infinito.
Sulle pendici opposte, in direzione di Genga, è possibile raggiungere, con un comodo sentiero a mezzacosta, un antico eremo con accanto il più recente tempietto votivo costruito dall'architetto Valadier all'interno di una grotta per volere di papa Leone XII della Genga (1823- 1829). Il percorso naturalistico consente di osservare dall'alto il fiume Sentino, che scorre tra le gole calcaree di Frasassi; e, con un po' di fortuna, offre la possibilità di osservare il volo dell'aquila reale che nidifica sui dirupi opposti. Sul viottolo montano che porta al santuario si snoda, nel periodo natalizio, un grande presepe vivente che attira ogni anno circa ventimila persone.
A Fabriano, nella chiesa di San Benedetto e in quella annessa al monastero dei Santi Biagio e Romualdo, tuttora abitato da monaci, si trovano altre opere di Pasqualino Rossi, che raccontano episodi della vita di san Romualdo, le cui spoglie, un tempo contese tra Fabriano e Jesi, riposano nella cripta. Sempre in città, l'ex monastero di San Domenico ospita il Museo della carta e della filigrana, una produzione che, dal 1200 ad oggi, ha reso famosa Fabriano in tutto il mondo. Imperdibile infine, per chi ama l'arte, una visita alla Pinacoteca civica che si trova nello Spedale di Santa Maria del Buon Gesù, antico e suggestivo ospizio dei pellegrini che transitavano nella valle che collega Roma ad Ancona.
Il viaggio prosegue verso due importanti abbazie camaldolesi: San Salvatore in Valdicastro a Poggio San Romualdo e Fonte Avellana a Serra Sant'Abbondio. A Valdicastro, dove san Romualdo morì nel 1027, ambienti come la sala del Capitolo, il chiostro, la torre e le dimore dei monaci sono stati restaurati e trasformati nella sede di un agriturismo dotato di tutti i comfort (www.valdicastro.it). Il restauro ha lasciato intatta, però, la tipologia del convento, con le cellette dei monaci perfettamente conservate e disponibili per chi voglia ritirarsi qualche giorno in silenzio. La cripta primitiva e l'antica chiesa sono invece da recuperare. L'ambiente circostante, a circa 700 metri d'altezza, è particolarmente suggestivo: bosco, lago e vasti prati, tenuto a pascolo rigorosamente biologico.
Fonte Avellana, invece, sulle pendici del Monte Catria, è una delle più importanti abbazie camaldolesi tuttora abitata dai monaci e dove è possibile essere accolti come ospiti. Nell'abbazia visse san Pier Damiani, il primo abate dell'ordine camaldolese e biografo di san Romualdo; gli altri ambienti che meritano una visita sono l'antica chiesa, il refettorio, il capitolo, la biblioteca, la quadreria e soprattutto il grande e antico scriptorium.