Famiglia Cristiana n° 26 - giugno 2009

IN VATICANO COMPLETATO IL RESTAURO DELLA CAPPELLA PAOLINA

MICHELANGELO SEGRETO AFFASCINATO DA PAOLO

In uno dei luoghi più esclusivi del Palazzo apostolico gli affreschi con la Conversione di Saulo e la Crocifissione di Pietro raccontano.

Gli oltre quattro milioni di turisti che affollano ogni anno la Cappella Sistina forse non sanno che, a pochi passi da qui, negli appartamenti papali, si nascondono due capolavori poco noti e non visibili al pubblico, ma che rappresentano il testamento spirituale di Michelangelo pittore in Vaticano. Affreschi che, appena restaurati, sono la naturale conclusione del ciclo della Sistina.
Si tratta della Conversione di Saulo e della Crocifissione di Pietro, opere dipinte tra il 1542 e il 1550 da un Michelangelo ormai settantacinquenne sulle pareti della Cappella Paolina, edificata dall'architetto Antonio da Sangallo tra il 1437 e il 1542 per volere di papa Paolo III Farnese.
A dieci anni dal restauro della Sistina, queste due opere, restaurate insieme all'intera Cappella Paolina (verrà inaugurata dal Papa il 4 luglio con una Messa solenne) rappresentano il testamento spirituale di Michelangelo, che identifica sé stesso e il dramma della propria epoca nelle figure dei due apostoli.
Sono opere importanti dunque, ma che purtroppo abbiamo modo di ammirare solo nei libri di storia dell'arte, penalizzate dal fatto di trovarsi in una cappella così esclusiva, dedicata al culto privato del Pontefice e all'adorazione eucaristica. Proprio per questo, a conclusione dell'Anno Paolino, vogliamo puntare gli occhi su questi affreschi nella felice coincidenza - come ha sottolineato il professor Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani - dell'inaugurazione della mostra San Paolo in Vaticano (Musei Vaticani, dal 26 giugno fino al 27 settembre).
Immaginiamo dunque di essere al centro della navata della Paolina, schiacciati tra i due fuochi di questi affreschi che si fronteggiano e che misurano ciascuno 6,25 per 6,61 metri. A sinistra la voce di Cristo: "Saulo perché mi perseguiti?". E a destra la medesima voce: "Pietro mi ami tu?".
Nella Conversione di Saulo, una luce potente dall'alto attraversa l'aria come una scarica elettrica, colpisce Saulo e lo atterra. Con una mano Cristo "fulmina" il suo prediletto e con l'altra gli indica la via di Damasco, dove riceverà il battesimo e riacquisterà la vista.
Intorno a Saulo l'umanità sconvolta si agita impotente mentre nel cielo, di un azzurro intenso, si muovono grappoli vorticosi di anime.

La caduta e la risalita degli apostoli

Il tema della caduta e della risalita domina anche l'affresco con il martirio di Pietro che, crocifisso a testa in giù, sembra ribellarsi alla legge di gravità e con uno sforzo tremendo di addominali si alza verso lo spettatore per coinvolgerlo nella sua ingiusta sorte, mentre intorno il movimento a vortice della grande croce muove come una macina una folla di uomini sconvolti. Dal seme di Pietro, piantato sul colle vaticano, nasce la Chiesa.
Il tono di questi affreschi è drammatico, come drammatica è stata tutta la storia della Chiesa. E ora che la patina polverosa del tempo è sparita, questi affreschi rivelano oggi tutta la loro potenza espressiva. Nella speranza che anche il grande pubblico possa presto vederli.
Sappiamo però che davanti a loro, in silenzio, si ferma il Papa; e che a ogni nuovo conclave i cardinali si radunano qui, nella cappella "minore", prima di passare, attraverso l'Aula Regia, nella Cappella Sistina per eleggere il nuovo successore di Pietro.
Da secoli dunque, le forme possenti e muscolose dei profili michelangioleschi hanno parlato ai cardinali con la stessa voce di Michelangelo, dura e possente; esortandoli a ricordarsi che la Chiesa è nata dall'umile pescatore Pietro e dallo zelante rabbino Paolo.