Famiglia Cristiana n° 27 - giugno 2012

QUEI PICCOLI CHE GUARDANO A GESù

Illegio propone un suggestivo percorso tematico: i bambini protagonisti nell'arte sacra. Ecco allora Isacco, Mosè, Davide, Samuele...

Un mostra da affrontare Bibbia alla mano, andando a cercare le storie di quei bambini, fanciulli e adolescenti che la storia sacra prima - e la pittura dopo - hanno reso protagonisti. Con una chiave di lettura tutta particolare: il giovane Isacco, il piccolo Mosè, il ragazzino Davide (futuro re d'Israele) sono altrettante immagini e prefigurazioni di Cristo. Questo il pensiero dei Padri della Chiesa e questo la pittura, soprattutto dal Concilio di Treno in poi, mette bene in evidenza con i suoi strumenti: le forme e i colori.

Così l'immagine di Mosè salvato dalle acque della pittrice lombarda Vittoria Ligari (1713-1786) richiama l'immagine natalizia di Gesù nella culla. E ricorda un piccolo Ecce homo (il Gesù della Passione, spogliato dalle vesti e con i polsi legati) evoca la tela Giuseppe venduto dai fratelli del pittore friulano Antonio Paroli (1688-1768), in cui l'adolescente Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe, viene venduto di fratelli che tingeranno poi la sua veste nel sangue di un agnello (altra figura di Cristo) per testimoniare al padre la morte dell'amato figlio. Pietro, papà di Vittoria Ligari e capostipite di una famiglia di pittori, con uno stile che ricorda la pittura veneziana di Tiepoli, racconta l'investitura profetica dell'adolescente profeta Davide che, ricevendo l'unzione di Samuele, porta le braccia al petto con la docilità con cui i primi cristiani ricevevano il battesimo (e anche quello speciale "battesimo di sangue" che era considerato il martirio).

Ma a Illegio non c'è solo pittura. L'artista leccese Marianna Elmo, vissuta nel Settecento, con artigianale pazienza, usando la tecnica che i francesi chiamano broderies à fils collés (assemblaggio di fili di sete policrome, fili d'argento e dorati su un tessuto di raso di seta dipinto a tempera e incollato su cartone) affronta una delle scene più terribili dell'immaginario biblico: due donne che si contendono un neonato e il giudizio di Salomone, implacabile ("Bisogna tagliare a metà il bambino"). Il servo alza il braccio armato di spada e il giudizio di Salomone rivela la vera madre, che rinuncia al bambino pur di salvarlo.

Con un salto indietro di due secoli i fratelli Hans e Jacob Strüb realizzano nel Cinquecento la tavola Visitazione, in cui protagonisti, oltre alle cugine Maria ed Elisabetta, sono i due piccoli feti, dipinti come bambini sull'esterno dei mantelli delle due donne, all'altezza del ventre, a significare la loro incipiente maternità. Lo stesso tema è replicato da un pittore locale che immerge la sua Visitazione in una luce lunare sullo sfondo azzurro dei ghiacciai della Carinzia. Il tema della Madonna con il Bambino è presente in 18 opere: capolavoro di puro realismo si rivela quella realizzata dal pittore piemontese Defendente Ferrari (1480-1540) che rappresenta l'allattamento di Gesù, mentre sorprende per psicologia e naturalezza la Madonna col Bambino in piedi su un parapetto di Giovanni Bellini (1430-1516). Tenera e inusuale la versione Madonna col Bambino in un paesaggio detta La zingarella dell'emiliano Dosso Dossi (1486-1542): ai margini di un bosco, Maria sola soletta rassetta il lenzuolo a Gesù nella culla.

Illegio, Casa delle esposizioni,
fino al 30 settembre.

Catalogo Allemandi.
Info: tel. 0433/44.45-20.54
www.illegio.it