Famiglia Cristiana n° 38 - settembre 2010

A Villa Clerici, in uno dei palazzi più belli (e dimenticati) di Lombardia, un artista siciliano, Pino Pedano, attraverso le sue opere ci rivela sé stesso, il suo mondo interiore, la sua fede in padre Pio, che lo ha guarito da una grave malattia.

L'UOMO CHE FA PARLARE IL LEGNO

Dalla falegnameria di un piccolo paese della Sicilia a importanti mostre d'arte nazionali e internazionali: Milano, Parigi, Zurigo, New York, Londra. è questo lo straordinario percorso artistico e umano di Pino Pedano. Ebanista, mobiliere, arredatore d'interni. Ma soprattutto un artista che sa far parlare il legno - materia antica e viva - i suoi nodi, le venature, le spaccature: segni del tempo e della vita.

Oggi Pino, sessantaseienne, presenta a Milano, nelle splendide sale della settecentesca Villa Clerici (sede della Galleria d'Arte Sacra dei contemporanei) una nuova mostra, "Orizzonte", aperta fino al 23 ottobre. Questa mostra l'ha dedicata alla sua famiglia - la moglie Annette Felke e i figli Isa, Francesco e Stefano - e anche a padre Pio da Pietrelcina, santo a cui è devotissimo. E vedremo perché.

Dopo l'apprendistato a Pettineo, paesino in provincia di Messina, a 17 anni Pino arriva a Milano: gli studi artistici, la gavetta, le prime commesse. Frequenta architetti e designer, si conquista la clientela della "Milano bene" arredando case, uffici e discoteche. Espone con successo al Salone del Mobile, inventa il legno multistrato "millefogli" e i primi mobili da montare, anticipando il fai da te stile Ikea. Cura in particolare la qualità del ben dormire, l'uso di doghe speciali, materassi antistress in puro lattice, torba e paglia. "Dormire male significa ammalarsi, dormire bene significa guarire, l'ho sperimentato su di me e sui miei clienti".

Poi c'è l'arte. Nel suo laboratorio-atelier ci mostra un asse di olmo appena piallato: "Vedi, non lascia più trucioli ma solo segatura tanto è vecchio e consumato; ma ha un'anima forte da rivelare". Il vecchio asse sta assieme per miracolo, ma lui lo "cuce" con sottili traversi di legno, creando un motivo armonico di crepe e spaccature, ricomponendone i pezzi e mettendoli in fila come farebbe un poeta con le parole: splendide rime e ritmi che ricordano Omero, i greci, la sua Sicilia.

L'ingresso della mostra a Villa Clerici è dominato dalla scultura Oriente e Occidente, due colonne in pino marittimo: "è il ricordo dei templi della mia Sicilia. Queste colonne rappresentano le due Chiese, l'ortodossa e la cattolica, entrambe aspettano di diventare parte dell'unico tempio".
Pino si chiude a pensare nella sua grande bottega ogni qualvolta un avvenimento di cronaca o un personaggio d'attualità colpiscono la sua sensibiltà di artista-falegname. E con le sue mani d'artigiano tira fuori da vecchie assi l'anima del legno - la fa parlare - riscoprendo in essa lo specchio dei suoi sentimenti, il filo dei suoi pensieri, la traccia delle sue emozioni. E dopo un lungo lavorio d'intarsio e di ebanisteria, la trasforma in una scultura che parla a tutti.
Le 45 opere esposte qui a Villa Clerici sono un percorso d'arte e di fede. Madre di famiglia, per esempio, è dedicata a santa Gianna Beretta Molla, un totem con tre inserti in legno di mandorlo presi dall'albero del giardino in cui mamma Gianna, in primavera, coglieva rami fioriti. Papa Benedetto XVI è un altro grande totem verticale trapassato da fori che rappresentano la tragedia del popolo tedesco e gli attacchi a cui è sottoposto il successore di Pietro. Nei cerchi concentrici del legno di pitch pine e pioppo della scultura Papa Wojtyla il ricordo degli anni di pontificato, dei viaggi, delle sofferenze del Papa che volle essere Totus tuus (tutto di Maria) come ricorda una grande "T" intarsiata alla base.

Alcune sculture si muovono. Ci fermiamo davanti alla grande Porta della vita. Racconta Pedano: "Ho immaginato un anziano che ha atteso per tutta la vita di entrare. Un bambino si avvicina, spinge i battenti, la porta si apre mentre l'anziano rimane lì allibito".
E Pino invita anche noi a provare. I battenti girano veloci su sé stessi e quando si fermano c'è giusto lo spazio per entrare. Pedano sorride. Le sue sculture sono anche un gioco imprevisto, un'esperienza da vivere. Accarezziamo le ventature morbide e ascoltiamo i suoni che escono dalle fessure: suoni di conchiglia e di risacca, più o meno intensi a seconda della durezza del legno.
L'artista infila le sue grandi mani nell'opera Vita nuova, sfere tornite realizzata all'indomani dello tsunami che nel 2004 devastò le coste dell'Asia. "Quest'opera si guarda da due parti: da un lato il vuoto lasciato dall'onda, dall'altra la sagoma di un embrione, la vita che vince la morte".
Davanti alla Porta del paradiso la domanda più difficile: è vero che lei è stato miracolato da san Pio da Pietrelcina? "Nel 1995 mi scoprirono un tumore ai polmoni e un diabete altissimo. La prognosi: tre mesi di vita. Pregai padre Pio, la mia stanza fu invasa da una grande luce e mi sentii guarito. E oggi eccomi qui, dopo 15 anni godo di buona salute. Da allora voglio servire Dio e il prossimo attraverso questa arte che è per me una forma di preghiera". Davanti ai legni di Pedano ti prende un silenzio sacro, ancestrale: un brivido (o un soffio) passa tra questi antichi resti di foresta; e sembra di sentire ancora lo stormire delle foglie tra i rami.

ARTE E SOLIDARIETà NEL SEGNO DEL SACRO

Le splendide sale della settecentesca Villa Clerici, adibita negli anni Trenta a Casa di Redenzione Sociale dal cardinale Andrea Ferrari, divennero nel 1955, per volere di Giovanni Battisti Montini, sede della prima Galleria d'Arte Sacra dei contemporanei. "Qui mi sono riconciliato con l'arte d'oggi", affermò Paolo VI in una delle sue numerose visite a Villa Clerici. In qeuste sale iniziò quel dialogo fecondo tra arte e Chiesa che ha avuto come tappe successive nel 1999 la Lettera agli artisti di Giovanni Paolo II e nel 2009 l'incontro tra gli artisti e papa Benedetto XVI. Villa Clerici fece anche da modello-apripista per la creazione della Galleria d'arte sacra dei Musei Vaticani. La Galleria d'Arte Sacra dei contemporanei di Villa Clerici, oggi diretta da Giovanni Gazzaneo, conserva opere di artisti come Aldo Carpi, Francesco Messina, Pietro Longaretti, Luciano Minguzzi Felice Carena, Giacomo Manzù, Floriano Bodini, Angelo Biancini e tanti altri. Si trova a Milano-Niguarda (via Terruggia 11) ed è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,00 e dalle 14.00 alle 16.30, tel. 02-6470066; www.villaclerici.it.