Famiglia Cristiana n° 40 - ottobre 2009

DON ALESSIO GERETTI RACCONTA DIECI ANNI DI IMPEGNO

DA ILLEGIO A ROMA NEL SEGNO DI SAN FLORIANO

Volontari friulani faranno le guide artistiche a palazzo Venezia. Portando la loro testimonianza evangelizzatrice.

Questa mostra (I santi Patroni d'Europa - Roma, Palazzo Venezia, 8 ottobre-10 gennaio) che per la prima volta cerca di disegnare la mappa dei santi patroni d'Europa rappresenta un'ardua sfida perché affronta una materia nuova, viva, delicata e sensibile, che coinvolge orgogli nazionali, la Santa Sede, relazioni diplomatiche, antichi simboli di fede e di potere. Per capirne di più abbiamo incontrato il curatore, don Alessio Geretti, responsabile del comitato san Floriano.
- Don Alessio, come avete iniziato le attività del vostro comitato?
"Siamo partiti dal convegno della CEI di Palermo nato per rilanciare l'evangelizzazione. A Illegio siamo custodi di tesori d'arte, di paesaggio, di memoria, di liturgia e di tradizioni anche grazie all'isolamento alpino. Da piccole mostre sul patrimonio artistico della Carnia siamo passati a mostre che coinvolgevano un più vasto pubblico provenienti dall'Italia e dal nord Europa. Nel 2004 la grande mostra sul nostro patrono san Floriano; poi, anno dopo anno, quella su san Martino di Tours, sull'Eucarestia che è andata anche a Bruxelles e sull'Apocalisse poi riproposta dai Musei vaticani. L'anno scorso la mostra Genesi e quest'anno Apocrifi che chiude il 6 ottobre e dovrebbe raggiungere la cifra record di 30.000 visitatori".
- Con quale criterio avete stabilito nazione per nazione l'elenco di santi patroni d'Europa?
"Su un territorio così vassto che va dall'Armenia e la Georgia fino all'Islanda e che comprende 49 realtà territoriali e nazionali di cui quasi la metà non comprese nell'Unione europea, abbiamo individuato una settantina di santi patroni riconosciuti tali dalla Chiesa cattolica. Alcuni di essi sono patroni contemporanemente di vari Stati, altri solo di una determinata nazione. In Polonia, in Lituania e nella repubblica Ceca si arriva a sei-sette protettori locali; viceversa per Lettonia e Estonia esiste un unico patrono, san Meinhard, evangelizzatore di quelle terre. Tra i patroni si trovano anche dei re come san Vladimir per la Russia, santo Stefano per l'Ungheria, san Casimiro per la Lituania, figure che hanno svolto un ruolo di evangelizzazione e che sintetizzano bene nella loro vita i due termini che danno il titolo alla mostra: il Potere e la Grazia".
- La lista dei santi patroni è da ritenersi completa?
"è da considerarsi aperta perché non esiste un soggetto istituzionale che sia inequivocabilmente in grado di dare una risposta ufficiale alla domanda: quali sono i santi patroni degli stati dell'Europa contemporanea".
- In Vaticano esiste un ente predisposto a questo compito?
"Dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti presieduta dal cardinale Antonio Cañizares Llovera dipendono le nomine dei patroni. Esistono però alcuni patronati che sono sanciti direttamente dal santo Padre per una richiesta ufficiale di quello Stato o nazione, altri che sono oggetto di un riconoscimento universale in quelle terre senza che vi sia stato un atto formale.
- Per esempio...
"San Torlach patrono d'Islanda è stato nominato tale addirittura dal parlamento nazionale, cosa molto anomale e interessante anche se pericolosa dal punto di vista del rapporto tra politica e religione. Nel caso di Francesco d'Assisi e Caterina da Siena è stato Pio XII a nominarli patroni d'Italia. Un altro caso opposto è quello di san Michele arcangelo, di san Bonifacio di Fulda e di sant'Oscar: in Germania tutti sanno che sono i loro santi patroni ma nel messale in lingua tedesca usato dalla conferenza episcopale germanica non sono nominati.
- Cosa sperate da questa grande mostra?
Di invogliare le Conferenze episcopali che ancora non l'hanno fatto ad adottare ufficialmente i loro santi patroni anche, naturalmente, se necessario modificando il nostro elenco. Non dobbiamo per forza blindare la lista dei santi patroni ma avviare un discorso che ha incrociato tanti dati lasciando aperte più vie possibili e che ha raccolto quello che, con una certa serietà, si può scrivere sul culto dei patroni nei vari stati europei.
- Porterete questa mostra al Parlamento europeo di Strasburgo?
"è la nostra speranza ma dipende da Strasburgo. Senz'altro, in una versione più economica, fatta di pannelli fotografici, vorremmo portare la mostra Il Potere e la Grazia in giro per l'Europa .
- Nella vostra realtà locale di Illegio cosa resterà di questa iniziativa?
"La gioia di aver potuto invertire la direzione della missione cristiana che nei primi secoli andava dalla città alla campagna: l'abbiamo chiamata "la scelta di Betlemme"; poi sarà un arricchimento per i nostri giovani, una quarantina di volontari che solitamente presentanno le mostre qui in Carnia e che avranno la possibilità di andare a Roma come guide a palazzo Venezia.
- Un'ultima domanda: una densità di santi così rappresenta duemila anni di storia europea; e nei paesi extraeuropei cosa accadrà?
"I vescovi che in ottobre saranno a Roma per il sinodo sull'Africa visitando la mostra si faranno di certo la domanda: potremo anche noi in un prossimo futuro fare una mostra sui santi del continente africano, sugli evangelizzatori della nostra terra? In alcuni continenti il cristianesimo è molto giovane, in altri è ancora avversato; un tempo era così anche in Europa e anche oggi non siamo del tutto liberi da alcune forme di ostilità rispetto al cristianesimo. Ma la Provvidenza dove vuole arrivare arriva, paradossalmente anche grazie ai suoi stessi avversari. La mostra Il potere e la Grazia sarà quindi di incoraggiamento anche per gli altri continenti.