Famiglia Cristiana n° 43 - ottobre 2012

Languida Venezia di Guardi

Se la Venezia di Canaletto è nitida e precisa come una fotografia ad altissima definizione la Venezia di Francesco Guardi è languida, sfuocata, impressionistica. Canaletto "salva" per i posteri l'immagine di una Venezia eterna e immutabile, Guardi invece ne rappresenta la parabola discendente: un mondo che si sfalda e liquefa nelle atmosfere umide della laguna. Pittore di scene di vita contemporanea, di quadri sacri e di "capricci", di feste mondane e di cerimonie sull'acqua, egli rappresenta i fasti dell'ultima Serenissima, prima del tramonto napoleonico. La Venezia di Guardi illanguidisce, come dietro un vetro, mentre il colore si scioglie e riga la tela. La laguna, le piazze, gli interni dei teatri veneziani così come le ville palladiane e i boschetti anonimi diventano lo stesso fondale, sensuale e bellissimo, palcoscenico di un'epoca di crisi, spazio vuoto e formicolante di individui indistinti che annegano nella sinfonia di un passato glorioso fuori dalla storia. Nel registrare questo sfaldamento Guardi è grande, pre-romantico, moderno, e si avvicina al paesaggista inglese William Turner precursore dell'impressionismo.

Francesco Guardi 1712 – 1793
29 settembre – 6 gennaio 2013
Museo Correr, piazza san Marco Venezia
Catalogo Skira
Info 041.8624101
www.mostraguardi.it