Famiglia Cristiana n° 45 - novembre 2006

L'ABBAZIA DI SAN BENEDETTO PO, IN PROVINCIA DI MANTOVA

LA MONTECASSINO DEL NORD

Fondata nel 1007, nel Medioevo fu un importante centro di spiritualità e cultura e nel '400 fu rinnovata da grandi artisti. Per il millenario si apre a visitatori ed "eremiti" laici.

Ci sono luoghi in cui la storia ha lasciato segni indelebili che il tempo non riuscirà mai a cancellare.
Uno di questi si trova in provincia di Mantova, nelle terre oltre il Po bonificate dai monaci dove (quasi) mille anni fa, nel 1007, sorse l'abbazia di San Benedetto Po, un tempo detta "in Polirone". Qui fu sepolta Matilde di Canossa, che appoggiò papa Gregorio VII nella lotta per le investiture.
Per celebrare il millenario polironiano, la diocesi e la provincia di Mantova stanno preparando un ampio programma fatto di convegni, appuntamenti, mostre d'arte e percorsi storici.
L'attuale abbazia di San Benedetto Po, affacciata sulla piazza Teofilo Folengo (un altro personaggio che con Martin Lutero ha dato lustro a questo luogo), si presenta ancora oggi come un grande centro monastico, quasi una Montecassino del Nord: il grande santuario, tre chiostri, il refettorio, l'infermeria e i locali comuni.
Ma torniamo al Medioevo: grazie al suo legame diretto con Cluny (la madre di tutte le abbazie cluniacensi), da San Benedetto in Polirone dipendevano monasteri e chiese non solo nel mantovano ma anche in Emilia, in Toscana, nel Veneto e persino oltre Adratico, sulle coste della Dalmazia. La fortuna dell'abbazia si rinnoverà nel Quattrocento sotto la congregazione cassinese: per l'influsso dei granduchi di Mantova rifiorirà l'antico scriptorium e parteciperanno alla sua ricostruzione grandi artisti rinascimentali come Giulio Romano, il Correggio e Paolo Veronese.
All'inizio del Seicento le spoglie di Matilde di Canossa vennero traslate a Roma e tra il Sei e il Settecento l'abbazia subirà i capricci della storia e della natura: saccheggi da parte degli eserciti stranieri, le inondazioni improvvise del Po. Le soppressioni napoleoniche segneranno poi la fine della gloriosa storia dell'abbazia. I preziosi codici e i libri antichi conservati tra le sue mura finiranno nella biblioteca di Mantova e nell'archivio di stato di Milano.

Una nuova primavera
Ma il genius loci polironiano sopravvive e questo piccolo comune della Bassa Mantovana, che oggi conta circa 8.000 abitanti, si prepara a celebrare, stretto intorno alla sua abbazia, il millennio di fondazione. è prevista innanzitutto una grande mostra che ripercorrerà la storia, la cultura, l'arte e la spiritualità del luogo. Poi l'abbazia ospiterà un grande convegno sul tema Monachesimo benedettino italiano nel Cinquecento. Altri convegni affronteranno il legame tra il monastero di san Benedetto Po e la cultura mantovana, la rete di diffusione dei monasteri benedettini in Europa, le bonifiche e i metodi di agricoltura monastici.
Ma la cosa più interessante sarà la possibilità per i laici che lo desiderano di vivere negli ambienti del monastero, ormai abbandonati, un'esperienza di alcuni giorni di isolamento e preghiera. Aiutati dalla presenza di "veri" monaci. E con la speranza che questa terra, che per un millennio è stata così feconda di frutti, viva una sua nuova primavera dello spirito.