Famiglia Cristiana n° 49 - dicembre 2009

Strenne di Natale

L'ARTE AL SERVIZIO DELLA PAROLA

Commentare la liturgia con le immagini è sempre stata la vocazione dell'arte occidentale; compito che la Chiesa stessa fin dai primi secoli ha sempre affidato agli artisti, dai grandi affreschi ai codici miniati che affiancano e "illuminano" la lettura della parola di Dio con i loro colori.
La grande storia dell'arte al servizio della Parola confluisce nel terzo volume de "La bellezza nella Parola - L'arte a commento delle letture festive" (374 pagine, 44 euro), riccamente illustrato con immagini scelte da un grande storico dell'arte, mons. Timothy Verdon, che commentano le letture festive dell'anno C, utilizzando opere d'arte della grande tradizione occidentale. Ecco allora la liberalità dei figli di Dio a cui invita Luca nel suo Vangelo, "date e vi sarà dato", rappresentata come exemplum nel dipinto del 1817 San Rocco che distribuisce l'elemosina, opera di un giovane pittore tedesco dell'Ottocento appartenente al gruppo dei Nazareni, riuniti nella Confraternita di san Luca. Nell'immagine di san Rocco che offre
il pane a una giovane mamma con bambino (e l'immancabile cagnolino che sembra chiedere anche lui un boccone al santo) il semplice fedele riceve un grande insegnamento morale visivo. Quello che oggi chiederemmo al cinema e alla televisione: buoni esempi da seguire per vivere la solidarietà umana e cristiana.

SEI "FARI DI CIVILTà" PER L'EUROPA

Tre uomini e tre donne a custodire l'Europa. Volti da fissare, trasfigurati dall'arte e biografie affascinanti che ci rivelano tutto lo spessore umano e religioso di questi "fari di civiltà" che illuminano il nostro presente e che sono i protagonisti del volume "Santi patroni d'Europa" (240 pagine, 24 euro). Innanzitutto Benedetto da Norcia (480-560), il monaco che fu punto di riferimento di un'Europa invasa dai barbari e che "bonificò l'Europa con il libro, l'aratro e la croce", come ricordò Paolo VI, che lo ha nominato patrono d'Europa. Dopo di lui, Giovanni Paolo II gli affiancò come compatroni i fratelli greci Cirillo e Metodio, nativi di Tessalonica e vissuti nel IX secolo, costruttori di ponti di dialogo e civiltà tra il mondo bizantino e slavo.
Lo stesso papa Wojtyla volle completare il gruppo con tre carismi femminili: Brigida di Svezia (1302-1373), madre di otto figli, mistica e fondatrice di un ordine monastico; Caterina da Siena (1347-1380), laica che ricevette le stimmate e diplomatica che infiammò l'Italia spingendo il Papa a tornare dall'esilio avignonese; Teresa Benedetta della Croce (1891-1942), al secolo Edith Stein, filosofa ebrea e carmelitana, morta ad Auschwitz condividendo il destino dei suoi "fratelli maggiori".