Famiglia Cristiana n° 51 - dicembre 2004

LE LETTERE DI PAOLO PRIGIONIERO DI CRISTO

Nella Bibbia di Borso d'Este convivono immagini cristiane e naturalistiche, che esprimono bene il raffinato clima culturale delle corti rinascimentali italiane.

Nella Lettera ai Colossesi - che apre il terzo volume della Bibbia di Famiglia Cristiana illustrata dalle preziose miniature della Bibbia di Borso d'Este - san Paolo affronta l'attualissimo tema di uno spiritualismo paganeggiante, fondato su quelle mediazioni tra l'uomo e Dio (angeli, spiriti, elementi cosmici e astrali) che oggi vanno sotto il nome di new age (nuova era). Scrive infatti l'Apostolo: "Nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana". Ed è proprio la cultura dell'autonomia dell'uomo e del creato da Dio che ha caratterizzato la grande e affascinante stagione del Rinascimento nelle corti italiane a emergere dalle immagini della Bibbia di Borso d'Este; opera che di quella stagione può essere considerata l'emblema. Nelle pagine del prezioso codice, nato alla corte dei principi di Ferrara, immagini pagane e cristiane sono accostate in evidente sincretismo: convivono così elementi naturalistici, cosmologici e astrali, l'araldica di casa d'Este, episodi biblici ed evangelici.
Nella successiva Lettera ai Filippesi, Paolo segna la distanza da ogni forma di umanesimo paganeggiante: "Per me vivere è Cristo e il morire un guadagno". Nella stessa lettera ricorre poi a un'immagine suggestiva, che evoca la gara sportiva: "Corro per afferrarlo, io che per primo sono stato afferrato da Cristo". E in una delle miniature della Bibbia di casa d'Este l'apostolo Paolo, vestito come un filosofo romano, affronta la sua "corsa" armato di spada e libro, elementi che indicano l'efficacia della parola di Dio che egli porta come un "spada a doppio taglio".
Spogliarsi dell'uomo vecchio
Nella prima Lettera ai Tessalonicesi, che rappresenta forse il più antico scritto cristiano (composta tra l'anno 50 e il 51), Paolo affronta con realismo il tema della seconda venuta di Cristo: "Il giorno del Signore verrà come un ladro di notte... restiamo dunque svegli e siamo sobri". Nella seconda Lettera ai Tessalonicesi Paolo ammonisce gli oziosi: "Chi non vuole lavorare neppure mangi". In un medaglione del prezioso codice, incorniciato da una verde ghirlanda di foglie, l'Apostolo esorta un discepolo a guadagnarsi il pane con la fatica del lavoro. Nella Lettera ai Galati, Paolo anticipa temi come fede, grazia, libertà e giustificazione che svilupperà poi nella Lettera ai Romani.
Nella Lettera agli Efesini, infine, Paolo si definisce "prigionero di Cristo" e scongiura i fratelli a spogliarsi dell'uomo vecchio per rivestirsi di Cristo.