Famiglia Cristiana n° 52 - dicembre 2005

NUOVI TESTI SULLA DONNA PIù AMATA DEL MONDO

IPOTESI SU MARIA

Confronto a distanza tra due scrittori: agli interrogativi, polemici e un po' anacronistici, del francese Duquesne, risponde la raccolta di "fatti, indizi, enigmi" di Messori.

è stata la donna del sì. Un sì che ha legato per sempre lei, ragazza ebrea di 14-16 anni, a suo figlio, nato a Betlemme e morto in croce; sotto la croce, affidata al discepolo Giovanni, quella ragazza è diventata "madre della Chiesa", così come l'ha chiamata Paolo VI al Concilio Vaticano II.

Maria è stata una donna semplice come il suo sì; nei Vangeli compare poche volte e, più che per le parole, è ricordata per i silenzi: "Serbava tutte queste cose nel suo cuore" (Luca 2,51). Quello che potremmo chiamare il "Vangelo di Maria" è stato scritto dopo la sua morte, in duemila anni di cristianesimo: feste, dogmi, dispute teologiche, apparizioni, guarigioni e un fiume di poesia, arte e letteratura.

L'immagine (tecnicamente l'ossimoro) con cui l'ha definita Dante - "Vergine e Madre" - dice in sintesi il mistero che la circonda. Mistero che alcuni razionalisti a oltranza, come Jacques Duquesne nel suo recente libro Maria. Ritratto della donna più famosa e meno conosciuta della storia (Corbaccio) si ostinano a non accettare; riportando l'orologio della storia a quelle dispute - per esempio sull'Immacolata - che pure coinvolsero grandi pensatori e santi di molte epoche; ma che non ha senso rinverdire oggi che la storia ce le ha fatte superare, consentendoci di guardare più lontano.

Per fortuna l'insegnamento della Chiesa è chiaro: Maria è immacolata non per un privilegio da cui Duquesne (che vuole in contraddizione persino papa Woityla e l'allora cardinal Ratzinger) vorrebbe liberarla per renderla più donna, più vicina a noi; al contrario, Maria è immacolata perché anche noi lo siamo stati un giorno, prima che la "goccia di veleno" del peccato originale - così Benedetto XV nell'omelia sull'Immacolata - inquinasse l'originaria bontà della nostra vera natura.

Se Duquesne, dopo aver smontato i dogmi mariani e messo in dubbio l'esistenza del peccato originale, sottolinea i rischi di un eccesso di culto mariano, Vittorio Messori, nel suo corposo Ipotesi su Maria (Ares) ci ricorda - con le parole del cardinal Henry Newman - come in tutti i luoghi d'Europa dove si è affievolito il culto mariano i fedeli si sono allontanati anche dalla vera adorazione a Cristo.

Messori raccoglie "fatti, indizi, enigmi" intorno alla figura di Maria, con una particolare attenzione al dogma dell'Immacolata, alle apparizioni di Lourdes, alla devozione di don Bosco a Maria Ausilatrice: insomma alla storia religiosa di quell'Ottocento laicista e positivista da cui un neoconvertito come lui viene. Ed è interessante leggere questi 50 capitoli nati dal suo "Taccuino mariano" (la rubrica tenuta sul mensile Jesus dal 1995 al 200) in contrappunto al libro di Duquesne: in Messori si trova risposta ai molti dubbi posti dal giornalista francese, per esempio sui presunti figli che Maria avrebbe avuto dopo Gesù.

Altri due importanti testi su Maria sono La Madonna si fa strada (Ares) di Riccardo Caniato che, con ritmo da romanzo e rigore da cronista, affronta il "caso" della statuetta che ha pianto sangue anche nelle mani del vescovo Grillo e che fu esaminata dallo stesso Giovanni Paolo II. Maria sintesi di valori (San Paolo) del mariologo Stefano De Flores offre un'esauriente storia dei modelli culturali nati dalla figura di Maria nell'era tardo antica, medioevale, moderna e post-moderna.