Famiglia Cristiana n° 52 - dicembre 2007

"I classici della spiritualità cristiana"
"SCRITTI SPIRITUALI" DI CHARLES DE FOUCAULD

VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO

Voleva essere povero come Gesù, tra i poveri amati da Gesù. Dove l'annuncio cristiano è vietato, diceva, dobbiamo "gridare il Vangelo" non a parole, ma con la vita. Così visse e morì questo profeta del dialogo interreligioso.

Il 13 novembre 2005 Benedetto XVI ha beatificato Charles de Foucauld (1858-1916), una delle icone evangeliche più pure del nostro tempo. Quel giorno, all'interno della basilica di san Pietro, tra i tanti discepoli e discepole di "fratel Charles de Jésus" (così si firmava) era presente la "piccola sorella di Gesù" Annunziata, della comunità di Chiusi (Siena). A lei ci siamo rivolti per approfondire la figura e gli Scritti spirituali del beato Charles.

- Sorella Annunziata, innanzitutto quali sono stati i motivi della beatificazione e cosa ha significato per la vostra comunità delle Piccole sorelle?
"All'inizio della Lettera apostolica che sanciva la beatificazione, il Papa citava un testo del 1916 di Charles de Foucauld, in cui egli riassumeva la sua vita congiungendo due frasi: "Questo è il mio corpo…" e "Tutto ciò che fate a uno di questi piccoli è a Me che lo fate". è una conferma anche per noi dell'unione dell'Eucarestia e del "sacramento" dei poveri".

- Nella sua inquieta e instancabile ricerca di Dio, dopo l'esperienza monastica fratel Carlo di Gesù trovò la pace a Nazaret . Cosa rappresentò per lui la "scuola di Nazaret"?
"Imparò a "vivere Nazaret" non a Nazaret, ma dovunque ci fossero creature umane "da salvare", in particolare tra quei musulmani che l'avevano risvegliato alla fede, ma che non conoscono Gesù come Figlio di Dio fatto carne".

- Può presentarci lo spirito degli Scritti spirituali e suggerire ai nostri lettori una chiave di lettura?
"Sono meditazioni personali scritte per "fissare i pensieri" e "vincere l'aridità" nelle ore passate pregando la Parola. Non sono stati previsti per la pubblicazione, ma hanno l'immediatezza "ingenua" di un colloquio a tu per tu con Dio, in cui egli mette a nudo sé stesso e la sua fede. E così vanno letti".

- Charles de Foucauld richiama la figura di san Francesco d'Assisi per il suo radicalismo evangelico. Cos'era per lui la povertà?
"Leggeva similmente il Vangelo "sine glossa", con stupore e gratitudine. "Mio Signore Gesù, come sarà presto povero chi amandoti con tutto il cuore non potrà sopportare di essere più ricco dell'Amato!", scriveva. Voleva essere povero come Gesù povero e povero come i poveri amati da Gesù".

- I Piccoli fratelli e le Piccole sorelle di Charles de Foucauld sono nati dal desiderio del fondatore di trovare persone disposte a dedicarsi alla preghiera e all'adorazione eucaristica; ci parli di questo aspetto "essenziale" della vostra vita.
"Più che fondatore è stato ispiratore di fondatori e fondatrici… Noi piccole sorelle di Gesù, fondate nel 1939 da Magdeleine di Gesù, intendiamo essere "contemplative nel mondo", vivendo una vita "ordinaria" centrata sull'amore di Gesù presente nell'Eucarestia, nella Parola, nei piccoli. Fratel Charles vedeva Gesù presente nel tabernacolo realisticamente, come fosse nella casa di Nazaret o a Betania, e per lui stare ai suoi piedi amandolo era la sola cosa necessaria. Pur di vivere con i Tuareg, unico cristiano e unico prete, rimase anche senza celebrare e per più di sette anni anche senza conservare l'Eucarestia e tanto meno esporla. Capì che il Mistero del Corpo dato è indicibilmente più grande e che era chiamato lui stesso a offrire il suo corpo in "sacrificio vivente", come chicco di grano nella terra".

- L'esperienza del deserto di Tamanrasset, la traduzione del Vangelo in lingua tuareg... Fratel Charles fu un profeta del dialogo interreligioso?
"Lo è stato, ma sempre "con la vita", con "l'apostolato dell'amicizia e della bontà". Seguiva il modello della Visitazione: Gesù nascosto nel seno di Maria che fa sobbalzare il bimbo nel seno di Elisabetta... In quei Paesi in cui l'annuncio è impedito, siamo chiamati, diceva, a portare Gesù in noi, a "gridare" il Vangelo non con le parole, ma con la vita. è un "dialogo", questo, che dovrebbe sempre precedere e accompagnare quello degli studiosi e degli evangelizzatori".

- Una delle frasi che più colpiscono nella lettura dei suoi Scritti è questa: "Ciò che può darci di meglio la terra è la croce". Cosa significa?
"La croce sì, ma con Gesù! Ripeteva fratel Charles: "Più sarò inchiodato alla croce, più abbraccerò strettamente Gesù che vi è attaccato"; "Abbracciare la croce è abbracciare il divino Crocifisso che quaggiù è dove c'è la croce, unito e come inchiodato a ogni croce terrena, grande o piccola che sia"".

UN AMORE INFINTO PER IL CUORE DI GESù
Pensieri, annotazioni giornaliere, appunti di ritiri, meditazioni sul Vangelo. Sono questi gli elementi degli Scritti Spirituali di Charles de Foucauld, le tappe che registrano il suo cammino interiore; brogliacci di una vita tesa all'Assoluto e che a volte fa una pausa, si concede un'oasi di riflessione. Momenti che fratel Charles vive, nel più totale silenzio del deserto o in viaggio tra l'Europa, la Terra santa e l'Algeria, dove trovò tragicamente la morte durante un saccheggio: un colpo secco di fucile fuori dal suo eremo nel deserto di Tamanrasset. In uno di questi frammenti scrive: "Sono 1900 anni che questa terra, queste anime, aspettano il Vangelo". L'opera più grande che Charles de Foucauld ha lasciato è stata proprio la traduzione del Vangelo in lingua tuareg. E a noi, questi ardenti Scritti spirituali, in cui ci rivela il suo infinito amore per Gesù.