Famiglia Cristiana n° 52 - dicembre 2010

ARTE E FEDE

GIOTTO RACCONTA... I NONNI DI GESù

Chi erano Gioacchino e Anna? Come avvenne la scelta di Giuseppe sposo di Maria? Nei testi dei Vangeli apocrifi, non riconosciuti come Parola di Dio, scopriamo particolari inediti che hanno influenzato il mondo dell'arte e della spiritualità.

Il video

Viene il Natale e le vicende di Gioacchino e Anna, i genitori di Maria, l'infanzia e l'adolescenza della Vergine, lo sposalizio con Giuseppe non possono essere capiti senza fare riferimento ai testi dei cosiddetti Vangeli apocrifi. Si tratta di testi non riconosciuti dalla Chiesa come Rivelazione divina ma che, rispetto ai Vangeli canonici, sono più ricchi di particolari, anche se meno attendibili dal punto di vista storico.

Tra i Vangeli apocrifi il Protovangelo di Giacomo - come scrive Armand Puigg Tarrech nella sua introduzione a I Vangeli apocrifi (san Paolo, 414 pagg, 32 euro) - "sembra voler completare le "lacune" dei primi due capitoli di Matteo e Luca, i cosidetti Vangeli dell'infanzia, narrando gli avvenimenti della vita di Maria, dalla sua nascita all'infanzia di Gesù".

Ai racconti del Protovangelo di Giacomo ha attinto a piene mani il grande pittore Giotto di Bondone (1267 circa - 1337) per raccontare, nei primi 12 riquadri della Cappella degli Scrovegni di Padova (affrescata tra il 1303 e il 1304 con 40 scene della vita di Cristo) la nascita miracolosa di Maria, la sua presentazione al tempio, la scelta di Giuseppe come suo sposo e la nascita verginale di Gesù.

Anche nell'affresco della Natività - immagine che si moltiplica nei presepi di tutto il mondo in queste feste natalizie - Giotto si rifà all'interpretazione che della figura di Giuseppe danno i Vangeli apocrifi. In particolare Giuseppe vive la "tempesta del cuore" di fronte alla promessa sposa Maria che gli era stata affidata e che trova incinta prima di essere andato a vivere con lei. Nel suo animo semplice rimane turbato davanti alla volontà di Dio, che incomprensibilmente si esprime in questa inattesa gravidanza.

Per usare un linguaggio moderno, Giuseppe è sfidato nella fede e nella ragione. Come può una vergine partorire e rimanere vergine? Giotto, nella Natività di Padova, lo rappresenta triste e turbato, seduto in un angolo del presepio, così diverso dal Giuseppe cui siamo abituati. Ma Giotto gli mette sul capo l'aureola della santità come a Maria e a Gesù: nella luce della fede Giuseppe supera la prova e la Sacra Famiglia si raccoglie sotto il manto di Maria. Natale diventa così festa della luce della fede; ma anche festa della luce della ragione. Cristo infatti è venuto a portare nel mondo la luce della ragione, come ci ricorda la liturgia bizantina:
La tua nascita, o Cristo nostro Dio, / ha fatto risplendere sul mondo la luce della ragione, / e coloro che adoravano gli astri / grazie ad una stella impararono / ad adorare Te, sole di giustizia,/ riconoscendo in Te / l'Oriente che dall'alto sorge. / Signore, gloria a Te! (dalla Divina Liturgia della Natività di Cristo).