Luoghi dell'Infinito / Avvenire - giugno 2013

CONCORDANZE

Dal seno di chi crede fiumi d’acqua viva!

mosaico Monreale

Rebecca abbevera i cammelli
Maestranze locali o veneziane (XII sec.)

Duomo Monreale

Nelle Scrittura molti incontri decisivi tra uomo e donna avvengono intorno a un pozzo, simbolo di vita e fecondità e quindi luogo ideale per combinare un matrimonio. Presso un pozzo il servo mandato da Abramo a cercare moglie per Isacco incontra Rebecca; la stessa cosa avviene per Giacobbe che al pozzo incontra la sua Rachele; e al pozzo Mosè incontra Zippora che diverrà sua sposa. Tutte queste immagini ci rimandano alla figura di Gesù che presso il pozzo di Sicar incontra la donna samaritana. Scrive Cesario di Arles: “Se fate attenzione, fratelli, potete riconoscere che non fu senza ragione che i santi patriarchi trovarono le loro mogli presso pozzi e sorgenti” (Sermoni 88,1). Il simbolo del pozzo infatti allude all’acqua del battesimo. Prosegue Cesario: “tutti e tre questi patriarchi prefiguravano nostro Signore il Salvatore, per questa ragione trovarono le loro mogli presso sorgenti o pozzi, perché Cristo doveva trovare la sua Chiesa presso le acque del battesimo”. Così Isacco, Giacobbe e Mosè sono immagini di Cristo e le tre donne Rebecca, Rachele e Zippora prefigurano la Chiesa, umanità salvata da Cristo.

L’anonimo mosaicista di Monreale ci mostra tutto questo nella splendida icona di Rebecca al pozzo, “adorna come una sposa pronta per il suo sposo”, immagine femminile che contiene in sé molti significati: la Sapienza, la Sposa e la Chiesa. L’anfora da cui Rachele versa l’acqua ha la forma evidente di un utero: così come la donna genera alla vita così la Chiesa, salvata da Cristo, dal grembo sempre genera nuovi figli e abbevera l’umanità assetata, rappresentata dai cammelli e dai servi di Abramo. Nel mosaico si nota poi che dalla brocca si snoda una corda che, avvitandosi nell’aria, assume un significato simbolico: è segno dell’azione dello Spirito Santo che aleggia sulle acque battesimali.

Gesù promette alla samaritana un’acqua viva e autorigenerante: “chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà più sete; anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna (Gv 4,14). E sant’Agostino commmenta: “Quale acqua, dunque, sta per darle, se non quella di cui è scritto: "È in te la sorgente della vita" (Sa 135,10). Infatti come potranno avere sete coloro che "Si saziano dell'abbondanza della tua casa"? (Sa 135,9)” (Trattati su Giovanni, 15,10).

Dal seno di chi crede in me fiumi d’acqua viva! Attraverso l’immagine di queste donne il mistero dei pozzi si rivela e trova il suo centro in Gesù. Giacobbe che rimuove la pesante pietra dal pozzo per dissetare il gregge di Rachele rimanda a Cristo che, risorgendo, rimuove la pietra del sepolcro. E Mosè che scaccia dal pozzo i pastori che impedivano alle figlie di Ietro di abbeverare il loro bestiame collabora anche lui a questo piano di salvezza.