Luoghi dell'Infinito / Avvenire - ottobre 2013

CONCORDANZE

I tre oranti passati illesi dal fuoco alla croce

I tre fanciulli nella fornace

I tre fanciulli nella fornace
Affresco (III secolo)

Roma, catacombe santa Priscilla

L’immagine biblica dei tre fanciulli – Anania, Misaele e Azaria – che con le braccia aperte in figura di orante danzano nel fuoco della fornace di re Nabucodonor, si arricchisce di nuovi significati attraverso quella rielaborazione teologico-visiva che è tipica dei percorsi dell’arte cristiana. Già l’elemento della ripetitività, una delle leggi fondamentali della comunicazione visiva, colpisce e si imprime nel nostro immaginario. I tre profili di giovani vestiti sontuosamente e allo stesso modo (cappello frigio, mantello, calzari) li identificano: sono tre dignitari, tre ebrei deportati ma assurti al ragno di ministri alla corte di Nabucodonosor. Essi, però, vengono puniti per essersi rifiutati di servire agli idoli pagani. Esclama il re: “Non abbiamo gettato tre uomini legati nel fuoco? (…). Ecco io vedo quattro uomini sciolti che camminano nel fuoco senza subire danni e il quarto ha l’aspetto di un figlio di dèi” Daniele, 3, 24-25).

La presenza dell’angelo che sovrasta i tre giovani, raccogliendoli sotto le sue ali e preservandoli dalle vivaci fiamme della fornace, prefigura la venuta di Cristo che libera le anime dal fuoco dell’inferno (san Gerolamo). È lui il “quarto uomo” visto tra le fiamme dal re. In alcune icone completano la scena la figura di re Nabucodonosor sul trono, l’idoletto pagano in cima alla colonna e i tre servi-fuochisti che attizzano il fuoco. Quei tre servi, antitesi dei tre fanciulli, sono invece sconvolti per il calore che emana dalla fornace e richiamano l’immagine dei tre soldati sconvolti ai piedi del sepolcro aperto da cui Gesù risorge. Lo scambio fornace-sepolcro richiama qui il mistero cristiano morte-resurrezione.

Il richiamo alla Passione di Gesù è ancora più evidente per il fatto che l’immagine dei tre fanciulli-oranti con le braccia aperte (che si ritrova in affreschi e bassorilievi paleocristiani) richiama e forse ispira una delle prime immagini della crocifissione, quella del portale ligneo romano di Santa Sabina con i due ladroni che affiancano Gesù. Per accennare a un tema a quei tempi così scandaloso come la crocifissione l’ignoto scultore usa proprio l’immagine di tre oranti con le braccia aperte. La figura centrale tra i due ladroni è chiaramente Gesù “figlio degli dei” (figlio di Dio). Come i primi martiri cristiani anche i tre fanciulli dell’antico testamento rimasero illesi persino nei vestiti, nei calzari e nel cappello (così fanno notare i padre della Chiesa) a riprova che non vennero neppure sfiorati dalle fiamme. Il topos agiografico richiama il martirio di san Policarpo: “Il fuoco, facendo una specie di voluta, come vela di nave gonfiata dal vento, girò intorno al corpo del martire” (martirio di san Policarpo, 14-16).