Credere n° 05 - maggio 2013

LA BELLEZZA CI SALVERÀ

IO SONO LA VIA LA VERITA E LA VITA

Faccia a faccia con Dio

Antonello da Messina

Antonello da Messina
Salvator mundi

Olio su tavola
38,7 x 29,8 cm
Londra, National Gallery

Siamo davanti a un’immagine devozionale, un’icona dipinta per la preghiera. Antonello da Messina riprende l’antica tradizione del Volto Santo che dalla Veronica (“vera icona”, rimasta impressa sul velo con cui la donna asciugò, secondo la tradizione, il volto di Cristo sul Calvario), attraverso un’interrotta filiera di immagini (il volto di Edessa, il velo di Manoppello e la stessa Sindone) fece da modello ai pittori, dalle più antiche icone ai dipinti rinascimentali. Antonello si inserisce in questa tradizione in modo creativo aggiungendo ai tratti “originali” di Cristo gli eccellenti effetti naturalistici e luministici imparati dai pittori fiamminghi, inserendolo in una prospettiva rinascimentale. Cristo benedicente appare come il divino maestro pieno di amore e misericordioso che si confida ai discepoli nel lungo discorso eucaristico che occupa i capitoli 14, 15, 16 e 17 del vangelo di Giovanni. Gesù si rivela luce del mondo, via verità e vita. amico degli uomini, Colui che parla all’intelligenza e penetra i cuori. “Tutta la terra desidera il Suo volto” (salmo 112). E il volto del Gesù di Antonello penetra nell’animo di chi gli sta davanti, segue ogni suo movimento e pensiero.

IL SANTO VOLTO
Il volto di Gesù è una lampada accesa nella notte del mondo. Il perfetto ovale del volto di Cristo incorniciato dai lungi capelli sciolti e accarezzato da una sottile e rada barba rossiccia si illumina di una luce soprannaturale che mette in risalto il bel taglio degli occhi, la bocca delicata e il collo fino alla suggestiva piega della veste.

UMIDI CAPELLI
I capelli sciolti e incollati sulla fronte ci ricordano il sudore di sangue dell’Orto degli ulivi e della Passione e l’impronta che quel volto lasciò sul lenzuolo della Sindone.

IL GIOCO DELLE DITA
Le mani sono disposte a destra e a sinistra dell’asse di simmetria , l’una benedice e l’altra è raccolta sul leggio. Il prezioso e sottile gioco delle dita, illuminate da un luce chiara che ne evidenzia la tornitura, crea profondità prospettica e movimento.

LA DIVINOUMANITÀ
La piega della vesta rossa, che indica la divinità di Cristo, contribuisce a dare un movimento spirituale al volto e alle mani. Il manto azzurro posato sulla spalla sinistra ci ricorda invece l’umanità di Gesù, che si rivela così vero uomo e vero Dio.

UN FUORVIANTE CARTIGLIO
Il cartiglio in primo piano con la scritta:
MILLESIMO QUATRICENTESSIMO SEXT SAGE / SIMO QUINTO VIII INDI ANTONELLUS / MESSANEUS ME PINXIT (ma la data si rivela spostata di dieci anni) rappresenta con le sue pieghe e ombre una piccola ma efficace lezione di realismo prospettico.

Biografia dell'autore
Nato a Messina intorno al 1430 Antonello rappresenta l’apertura della pittura italiana agli influssi fiamminghi. Si forma a Napoli, viene a contatto con Piero della Francesca, tocca il culmine della sua carriera a Venezia nel 1474, muore a Messina nel 1479. Grande ritrattista, tra i suoi temi preferiti personaggi virili, il volto del Cristo sofferente, alcune crocifissioni e due splendide Madonne annunciate a mezzo busto.