Jesus - aprile 2011

UN VOLO D'ANGELI ATTRAVERSA I SECOLI DELLA PITTURA

Tre grandi mostre monografiche, tre grandi artisti, tre secoli d'oro della pittura italiana sono l'occasione per scoprire come la cultura artistica cristiana abbia immaginato gli angeli. Innanzitutto la grande kermesse Guariento e la Padova carrarese (Padova, Civici musei Eremitani e altre sedi, dal 16 aprile al 31 luglio) in cui questo grande pittore, pressoché sconosciuto, ci regala il più bel "trattato" iconografico sugli angeli di tutto il medioevo: una trentina di grandi tavole con angeli arcangeli e virtù, dominazioni potenze e principati, troni cherubini e serafini. Ciascuna categoria è intenta a un'opera. Sulla terra soccorrere i pellegrini ed evitare calamità naturali. In cielo accudire le anime, pesarle sulla bilancia, difenderle dai demòni. Nella battaglia contro il Male gli angeli di Guariento sono attivissimi: infilzano con lance, calpestano e incatenano i demòni; nel campo della preghiera esempi di perfetta dedizione, assisi sui loro troni racchiusi nelle sfere della contemplazione divina.

Nella mostra Melozzo da Forlì. L'umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello (Forlì, Musei san Domenico, aperta fino al 12 giugno) trionfa invece il prototipo dell'angelo rinascimentale: un fascino sensuale risplende negli occhi e negli incarnati di queste creature diventate terrestri e che al posto di lance e scudi maneggino gioiosi strumenti musicali. Angeli incerti tra la terra e il cielo così come tutto il rinascimento è in precario equilibrio tra il riferimento improrogabile al divino e l'esaltazione dell'umano.

Con la mostra Lorenzo Lotto (Roma, Scuderie del Quirinale, aperta fino al 12 giugno) ci ritroviamo appieno nella crisi religiosa del primo Cinquecento. Gli angeli di Lotto sono simbolo della sua personalità, ma anche della malinconia e inquietudine spirituale di un'epoca. Lotto apre allo spirito moderno, indaga la personalità dei suoi personaggi con ritratti che sanno scavare anche con ironia e al di là delle apparenze. I suoi angeli sono così moderni da proiettare un'ombra sul terreno; per contro, fuggono verso il cielo in prospettive aeree che preludono al barocco. Dopo averli visti bisognerebbe tornare a Padova a vedere la mostra di Omar Galliani (Il codice degli angeli, Museo diocesano) per capire come un artista attuale interpreti le icone del nostro presente: angelicandole.