Blog - 20 dicembre 2021

Cronaca di un presepe vivente

20 dicembre 2021. Inverigo, Santuario Madonna della Noce.
Cento bambini della scuola elementare san Carlo recitano il mistero del Natale. Il sole è alto e il Viale dei Cipressi canta i suoi salmi al cielo freddo e sereno. Cento piccoli cuori e cento piccoli volti sotto il velo della mascherina che dovrebbe intercettare il nemico invisibile. Questo virus sta diventando una specie di drago apocalittico dalle sette teste che attende di mangiare il Bambino che la donna sta per partorire. Qualcosa minaccia il nostro Natale. La scienza è impotente, un san Giorgio che ogni volta che taglia la testa al drago ne vede ricrescere un’altra al suo posto. Come L’Idra di Lerna, il mostro mitologico marino che con il solo suo fiato mefitico uccide che si avvicina.

C’è guerra nell’aria. I nostri figli innocenti sprizzano di gioia dietro una mascherina che forse sarà il loro futuro. Un futuro dove la scienza genera mostri e poi è impotente a domarli. Una scienza impazzita che dà ogni volta responsi e certezze che via via vengono contraddetti dalla realtà. C’è una guerra nell’aria. È Natale e Maria dal cielo vorrebbe partorire alla terra Gesù. Solo i bambini ci credono davvero e recitano il mistero della nascita sotto questo sole bellissimo. Gli alberi, cipressi dallo scuro austero profilo, stanno a guardare. Sembrano monaci in processione. Cosa porterà questo Natale? Un’altra testa tagliata. Un altro divieto a inginocchiarsi in chiesa o a non ricevere più l’ormai dimenticato foglietto della Messa? La scuola vista al computer? Il lavoro fatto da lontano, dal proprio posto di lavoro? No, non sembra che si torni indietro, al tanto rimpianto passato e quando sarà il momento di tornare qualcosa sarà dimenticato della nostra vita di prima. Il mostro più che uccidere i corpi cancella la memoria di tante piccole abitudini che facevano parte della nostra vita. Ogni volta riprendiamo una buona abitudine e ogni volta ne perdiamo due. Un passo avanti e due indietro.

Uno due tre vaccini. Uno, due, tre all’anno. Ogni nazione produce varianti. Ogni aereo ne diffonde il seme dall’alto. In alto il drago soffia. La donna vorrebbe partorire ma teme che il drago inghiotta il Bambino. Vieni Signore Gesù, la terra in pianto geme. Vieni con la spada della tua Sapienza a sopperire all’insipienza di noi uomini. Tutti vaccinati, ma non basta, Fa’ che siamo tutti contati. Tutti segnati con il tuo Sigillo. 144.000 di tutte le tribù d’Israele: 12.000 della tribù di Giuda, 12.000 della tribù di Ruben, 12.000 della tribù di Manasse e così via. Nessuno può cantare il cantico dell’Agnello se non è segnato dal Sigillo che è più forte di qualsiasi vaccino. Come ha detto papa Francesco: c’è un virus peggiore che è quello dell’egoismo indifferente.

Intanto i bambini cantano. Sono segnati dallo spirito innocente dell’infanzia. Maria li ha partoriti dal cielo e hanno ancora le ali. Abbiamo il dovere di farli crescere nel seno della Madre Chiesa, dove il virus dell’egoismo non può entrare, dove ogni peccato è perdonato, dove il soffio dello Spirito discende ogni volta come rugiada sui doni del vino e del pane. I cipressi cantano ogni pomeriggio a Inverigo. I bambini cantano il loro settimo, ottavo, nono Natale che da 2021 anni fa rinascere nel mondo Colui che la scienza forse ha smesso di aspettare. Il mistero di quelle cellule divine che ancora sprizzano dagli occhi dei nostri figli e nipoti. L’amore delle case, delle famiglie, dei medici e degli infermieri che curano i malati. Questo amore fa la differenza. L’amore che non ha voce.