Informazioni

  • Categoria: Arte
  • Editore: Mimep Docete
  • Data: 2020
  • Acquisto online: Mimep

Edizioni straniere

- Icone e volti d'Oriente Good News Publishing House, Seul, Republic of Korea 2022
- Icone e volti d'Oriente Polisch Edition by Wydawnictwo Jednosc, Kielce 2022

Corea Polonia

Presentazione

Oltre 400 icone della tradizione bizantina e russa.
Volume tutto a colori di grande formato che esamina in modo dettagliato tutti i tipi iconografici della grande tradizione bizantina e russa. Un prezioso manuale d’arte per riconoscere, catalogare le icone antiche e moderne.
Ogni icona viene “spiegata” attraverso precise didascalie accompagnate da frecce che selezionano e indicano il particolare descritto. Scorrendo l’indice si va dagli Angeli ai Patriarchi e ai Profeti biblici, ai protagonisti dell’Antico e del Nuovo Testamento. Al centro l’icona di Cristo e della Madre di Dio.
Ogni tema è trattato con un breve capitolo introduttivo corredato da voci in cui vengono rubricate la festa, il titolo, le fonti, un testo della liturgia o della letteratura che si riferisce a quell’icona.
Un testo indispensabile per chi voglia comprendere la storia e il significato delle icone, da regalare e regalarsi per ogni occasione, in particolare per il Natale. Libro cartonato con sovracoperta.

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Presentazione con immagini (PDF)

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Recensioni

MANGIALIBRI

Icone e volti d’Oriente

MANGIALIBRI 18 ottobre 2022 - David Frati

A partire dal III secolo dopo Cristo nelle chiese bizantine viene introdotto il templon, una parete aperta che separa la navata (naos) dal santuario (bema), delimitata da colonne. Verso il IX secolo tra quelle colonne si iniziano ad esporre icone della Vergine e di Cristo, che dal XIV secolo vengono disposte in più piani con un preciso ordine. Questa esposizione di icone o iconòstasi è in sostanza lo sfondo su cui il celebrante del cristianesimo ortodosso consacra il pane e il vino durante la Messa. In basso, quindi più vicino ai fedeli, le icone “locali” di Cristo, della Vergine, dell’Arcangelo Michele e dei santi del luogo; più in alto san Giovanni Battista, la Vergine e i santi a destra e sinistra dell’icona centrale di Cristo; poi le icone delle dodici (in alcuni casi quattordici o sedici) grandi feste della liturgia bizantina (dodekaorton) e infine, più in alto ancora, le icone dei patriarchi e profeti con al centro la Trinità e la Vergine. Al centro dell’iconòstasi delle porte di legno (a loro volta dipinte come icone) attraverso cui passa il sacerdote durante la liturgia. Ma le icone non vivono solo all’interno degli edifici sacri: in particolari occasioni – non solo religiose, ma anche politiche e militari – alcune icone venivano e vengono portate in processione: “L’icona della Madre di Dio del Segno difese la popolazione di Novgorod dall’assalto che il principe di Suzdal’ Andrei Bogoljubskij sferrò contro la città nel 1170. (…) Il 26 agosto del 1395 una processione guidata dal metropolita Kiprian e dal principe Vasilij Dmitrievic si svolse intorno alle mura di Mosca portando l’effigie dell’immagine miracolosa della Madre di Dio di Vladimir. Quello stesso giorno Tamerlano ritirò il suo esercito dopo aver avuto la visione di una donna luminosa circondata da guerrieri armati”…
Non è ovviamente un caso che l’opposizione netta, intransigente e a tratti violenta verso le convenzioni, le ideologie, le credenze religiose e i principi morali dominanti venga definita “iconoclastia” (letteralmente rottura delle icone). Le icone infatti ricoprono un ruolo essenziale nel Cristianesimo in generale e nel mondo ortodosso in particolare. Difendere le icone voleva dire – per i cristiani dei primi secoli – difendere la fede stessa, come si spiega nell’introduzione del volume: “l’icona (dal greco eikon, immagine) è infatti il segno tangibile della presenza di Dio tra gli uomini. (…) Per questo la tradizione vuole che l’origine dell’icona sia divina, rivelata dall’alto come le Scritture”. Alfredo Tradigo, giornalista (“Avvenire”, “Osservatore Romano”) e critico d’arte (per Rusconi, Domus, Rizzoli e San Paolo) da sempre appassionato di icone – alle quali ha dedicato persino la sua tesi di laurea – in questo bellissimo volume di grande formato con oltre 400 pagine tutte illustrate a colori ci guida alla comprensione del ruolo di questi oggetti sacri nella religiosità e nella liturgia cristiane ortodosse e al tempo stesso ne analizza il valore artistico. Il risultato è un’opera davvero unica e preziosa, nella quale quasi tutte le icone presentate vengono commentate con note illuminanti e istruttive e inserite nel loro contento culturale e storico.


AVVENIRE

Spiritualità. Icone, bellezza per il nostro presente

AVVENIRE 26 febbraio 2022 - Maria Gloria Riva

L’icona si scrive. Non si tratta di semplice immagine, l’icona ti permette di affondare lo sguardo in un Mistero che è rivelazione, teologia, divina bellezza. Pensavo a questo mentre seguivo con preoccupazione le vicende legate all’Ucraina, terra di santi e di bellezza. Pensavo a questo tenendo fra le mani l’ultima fatica di Alfredo Tradigo: Icone e volti d’Oriente. Teologia della bellezza e della luce (Mimep-Docete, pagine 650, euro 45). Un libro che non è semplicemente l’ennesima opera sull’arte orientale, l’unica veramente sacra a detta di Evdokimov, ma è un affascinante viaggio dentro le verità fondamentali della fede: la creazione, il Cristo e le sue due nature, la Vergine Madre e la Chiesa, i martiri e i santi, le feste liturgiche. Un libro che può essere di grande utilità nella predicazione, nel preparare un percorso quaresimale, illuminato dalle suggestioni spirituali offerte dalle icone, relative al brano di Vangelo domenicale. Come giustamente osserva l’autore nell’introduzione, le Icone non si limitano ad illustrare un tema, un avvenimento sacro, un personaggio, ma lo interpretano dal punto di vista teologico e simbolico. E forse abbiamo bisogno, noi tutti di affondare lo sguardo nell’universo simbolico della divina Bellezza, per essere confortati nella confusione che regna nel presente, per essere spronati a credere ancora nella possibilità di una vera rinascita dall’alto grazie ai misteri della fede. Come ancora si legge nell’introduzione: questo immenso patrimonio è come una luce sorta da Oriente per illuminare il Novecento, portando il Verbo dell’icona in Europa e oltreoceano. Non solo il Novecento, certo, ne viene illuminato ma anche l’uomo del XXI secolo il quale, proprio mentre sperimenta la potenza delle sue invenzioni e delle sue possibilità, si trova a combattere con i mostri di sempre: malattia; morte; dissidi fra le nazioni. Che il Verbo delle icone, come afferma Tradigo, possa accendere in noi questa stessa luce che, mai conculcata, può ancora illuminare il nostro presente.


JESUS

Uno sguardo sul trascendente

JESUS maggio 2021 - Antonio Buozzi

Chi, entrando in una chiesa ortodossa, non ha avvertito il fascino e il mistero dell’iconostasi illuminata dal fioco bagliore dei ceri? Le icone nella tradizione ortodossa sono una finestra aperta sul sacro, le loro figurazioni sono ripetitive e immutabili perché eterno è il soggetto che rappresentano. A guidarci in questo universo di straordinaria ricchezza artistica e profondità teologica è un prezioso volume del giornalista e scrittore Alfredo Tradigo, pubblicato dalla casa editrice cattolica Mimep Docete.
Oltre 400 tavole a colori vengono illustrate con rimandi puntuali alle parti più significative di ciascuna, con un’esegesi a margine che ne rende accessibile il significato anche al profano. Il volume è scandito in sezioni che includono l’Antico e il Nuovo Testamento, gli apostoli, i padri della Chiesa e i martiri, i santi d’Oriente e di Russia. La selezione delle tavole è di alta qualità racchiudendo le opere più significative dell’Oriente bizantino e della Russia. A parte alcuni nomi ben conosciuti, come Andrej Rublëv o Dionisij, la maggior parte delle opere è anonima, di semplici monaci o di scuole, tra le più celebri quelle di Pskov, Novgorod e Mosca. La raffigurazione di soggetti sacri, proibita nell’Antico Testamento, ebbe anche nella cristianità vita difficile per la controversia teologica tra iconoclasti e iconoduli. Solo con il settimo concilio di Nicea nel 787 ne fu riaffermata in tutta l’ecumene cristiana la legittimità, come mezzo proficuo «tanto ai sapienti quanto agli ignoranti» per raggiungere la salvezza.


GIORNALE DI BRESCIA

Icone e volti d’Oriente

28 gennaio 2021 - Curzia Ferrari

Quattrocento icone in un solo libro, studiate, catalogate, accostate a testi liturgici, patristici, poetici: lo ha fatto Alfredo Tradigo quale coronamento a un lavoro d’indagine durato mezzo secolo. Il risultato è una miniera di immagini d’oro che a prima vista sbalordisce - ma la Russia è colma di icone nelle chiese e nelle case (lo fu anche nel periodo sovietico) perché davanti all’icona si sta tutti insieme, i vivi e i morti, in un grande senso di riunione familiare, di banchetto. Nel libro la scelta varia fra immagini di porte regali, opere di musei, tesori privati, iconostasi di profeti e di santi, per cui l’occhio deve abituarsi a una profusione di bellezza luminosa, assolutamente incorporea, senza chiaroscuri né ombre , non facile per chi sia allenato a interpretare la pittura d’occidente da Raffaello a Velasquez a Caravaggio per i quali l’esperienza è tutto, e nulla doveva perdersi del percorso compiuto. Al contrario l’icona è uno specchio del divino originario. Nasce con il Cristo, immagine del Dio invisibile che nell’Antico Testamento non poteva essere rappresentato, sicché – dice Giovanni Damasceno- “l’ora della nascita del Figlio di Dio, è l’ora della nascita dell’ icona”. Teniamo per certo che l’immagine è più accessibile della scrittura. Una delle maggiori interpreti di Dostoevskij, Tat’jana Kasatkina, dimostra che il grande scrittore ci colpisce con le immagini prima che con il ragionamento socio-filosofico: infatti non tutte le icone recano dediche o versetti, e le prime parole sono greche, giungendo dagli atelier di Costantinopoli su legni elaborati nei centri politici di Kiev, Novgorod, Peskov, Vladimir, non lontani da quella che nel secolo XII va sotto il nome di “letteratura di Ragusa” con le sue saghe, i suoi canti epici, le vite di re Stefano e di san Saba, gli inni dei monaci del monte Athos. La cultura russa nasce su molti modelli “kievizzati”, non solo per l’alfabeto elaborato da Cirillo e Metodio, ma per l’idea ellenico-serba di un dio che parla : e l’icona ne è il contenitore. Vediamo brevi scritte in ocra rossa più facilmente a partire dal 1400 con la Scuola di Mosca – vengono in mente le prove di Braque, brandelli di segni su geometrie in cerca dell’estrema purezza, e tutto il repertorio dell’avanguardia fino a Tatlin,alla Gonciarova, a Marlon Moss, e Matisse che sprizza entusiasmo di fronte allo splendore della teologia orientale. Poco più tardi arriverà Andy Warhol a coglierne la riproducibilità, decidendo per una prolungata vita dell’icona nella storia contemporanea. Tradigo , virtuoso dell’icona nonché finissimo poeta, specifica d’ogni opera l’epifania del divino di cui è fermamente convinto avendo avuto per maestro il rinomato teologo padre Romano Scalfi - né si trattiene dal presentare alcune tavole acherotipe” (non dipinte da mano umana) proponendo lo strisciante dubbio del miracolo. Il labirinto muove da Sofia Sapienza seguito dal furore della Cacciata, il volto di Cristo domina, e la Vergine è presentata sempre con il bimbo , in una sproporzione fisica tanto maggiore quanto vivace vuol essere la devozione che suscita. Del resto la dismisura è propria dell’arte bizantina, insieme all’esclusione della schiena e delle parti posteriori del corpo: nel suo tenace viaggio verso l’essenza, possiamo dire che essa abbia riassunto in un lampo la componente sacra e se ne sia spogliata, diventando l’incubatrice dell’astrattismo. Fra le immagini più note c’è la Trinità del mitico Andrej Rublev , debitore della propria fama (almeno in parte) al film di Tarkovskij , e simbolo di un’ascesi che trascende l’umano.


IL NUOVO ARENGARIO

Viaggio tra le icone orientali per comprendere la fede in Cristo

IL NUOVO ARENGARIO.IT, 06 dicembre 2020 - Luciano Garibaldi

Le splendide immagini a colori riprodotte e illustrate nel nuovo libro dello scrittore e poeta milanese Alfredo Tradigo ci fanno comprendere la grandezza della nostra religione nel corso dei secoli.

S’intitola «Icone e volti d’Oriente. Teologia della bellezza e della luce», il nuovo libro dello scrittore e poeta Alfredo Tradigo, appassionato di arte e cultura, edito dalla Mimep Docete, la casa editrice che le suore polacche loretane hanno creato a Pessano con Bornago, alle porte di Milano. Tradigo è già autore di opere come «Per salire bisogna crederci. Itinerari di fede e montagna» (edito anch’esso dalla Mimep Docete), e «L’uomo della Croce» (San Paolo).

Sfogliando questo splendido volume (440 pagine di grande formato, tutte a colori, costo 45 euro), si rimane per ore e ore incantati ad ammirare le manifestazioni della fede cristiana che ha ispirato abilissimi pittori dei secoli passati. Dalle storie e personaggi del Vangelo, si passa alle storie dei Padri del deserto e dei Santi russi, per immergersi poi nelle feste del calendario ortodosso. Dall’Egitto al Monte Athos, da Mosca a San Pietroburgo, in questo immenso viaggio nell’Europa dell’Est e nell’Asia occidentale, ogni immagine è illustrata da approfondite didascalie, accompagnate da estratti di testi storico-artistici e commenti poetici e spirituali. Tra i capitoli più avvincenti, «Il Cristianesimo fra Oriente e Occidente» (che fa comprendere come la fede in Cristo sia in grado di accomunare e affratellare popoli di diversissime origini e tradizioni), e poi «Eremiti del deserto e della steppa».

Ogni tema è trattato con un breve capitolo introduttivo corredato da voci in cui vengono rubricate la festa, il titolo, le fonti, un testo della liturgia o della letteratura che si riferisce a quell’icona.

«Quarant’anni fa», ha scritto “Vaticannews” nella presentazione del nuovo lavoro di Alfredo Tradigo, «le icone, messe al bando dal regime sovietico, giungevano in grande quantità dalla Russia in Occidente. Restaurate, furono restituite all’originario splendore cromatico, oscurato nei secoli dal fumo delle candele. Proprio il colore svolge un ruolo chiave in questa forma d’arte. Il fondo d’oro trasporta chi contempla verso l’infinito. Esperienza ampiamente provata dall’autore, che così ha riassunto a “Vaticannews” le sensazioni provate nel corso del suo lavoro: «Impossibile non sentirsi affascinati dallo sguardo magnetico dei volti dipinti: una fissità di sguardo che ti tira dentro al quadro».

Sfogliando le colorate e ricche pagine di «Icone e volti d’Oriente», viene d’istinto raffigurarle come ideale regalo natalizio, visto che è ordinabile via web sul sito www.mimep.it.


VATICANNEWS.VA

Luce e Bellezza. La teologia delle icone

VATICANNEWS.VA, 04 novembre 2020 - Paolo Ondarza

Sono oltre 400 le icone analizzate e divise per temi nel libro "Icone e Volti d'Oriente. Teologia della Bellezza e della Luce", scritto da Alfredo Tradigo. Il volume, edito da Mimep-Docete, guida il lettore alla scoperta di meravigliose opere finestre aperte sul trascendente, tra arte e fede.

Un volto davanti a cui pregare. Uno sguardo che attrae e cattura. Sono le icone legate alla fede e alla cultura religiosa ortodossa, ma che da ormai quarant’anni hanno conquistato anche i fedeli e i cultori d’arte d’Occidente. Oltre quattrocento le opere prese in esame nel volume “Icone e volti d’Oriente. Teologia della bellezza e della luce”, scritto dal giornalista e storico dell’arte Alfredo Tradigo ed edito da Mimep-Docete. Attraverso dettagliate descrizioni accompagnate da immagini a colori in un'accattivante veste grafica, il lettore è accompagnato a scoprire e leggere opere che vanno dal V al XVI secolo.

Lo sguardo magnetico
È un libro che si rivolge a tutti coloro che negli ultimi decenni si sono appassionati a questa produzione artistica. Quarant’anni fa le icone, messe al bando dal regime sovietico, giungevano in grande quantità dalla Russia in Occidente. Restaurate furono restituite all’originario splendore cromatico, oscurato nei secoli dal fumo delle candele e dato dai colori puri lavorati a pigmento e rosso d’uovo. Proprio il colore svolge un ruolo chiave in questa forma d'arte. Il fondo d’oro trasporta chi contempla verso l’infinito, sovvertendo i nostri parametri prospettici. “Affascina lo sguardo magnetico dei volti dipinti, una fissità di sguardo che ti tira dentro al quadro” spiega a Vatican News Alfredo Tradigo.

Volti eternizzati
“Per capire l’icona - aggiunge Tradigo - bisogna starle davanti tanto tempo. Nell’icona è rappresentata l’ipostasi, ovvero l’unione tra la natura umana e divina di Cristo. Protagonisti di queste tavole in legno, ricoperte di gesso, colla e tela, sono anche la Vergine o i santi. Quelli dipinti sono volti eternizzati. C’è chi fa derivare questo aspetto dai ritratti del Fayyum, nell’antico Egitto, realizzati per le mummie e i sarcofagi.

Finestre sul trascendente
“Le icone – prosegue Tradigo – vengono da un altro mondo, sono finestre aperte sul trascendente sia quando ritraggono personaggi dell’’Antico e Nuovo Testamento, sia quando rappresentano le dodici grandi feste della liturgia ortodossa”. Sono un ponte dal visibile all’invisibile. “Per essere dipinta secondo la sua vera natura – scriveva il filosofo e teologo russo Sergej Bulgakov – l’icona esige che il suo autore riunisca le qualità dell’artista e i doni del teologo contemplativo. L’arte da sola è impotente a creare l’icona così come la sola teologia, giacché la rivelazione iconica le eccede entrambe”.

Guardare e pregare
Guardare un’icona è pregare. “L’icona parla, prega per te, ma – prosegue Tradigo - è necessario comprenderne il linguaggio, come per la parola scritta”. L’auspicio dell’autore è che in una società che usa impropriamente il termine “icona” in ambito informatico o sociologico, attraverso il libro possa rinascere la curiosità per queste immagini sacre di un’unica Chiesa indivisa, che respira con i suoi due polmoni, l’Oriente e l’Occidente.


IL FOGLIO

Icone e Volti d'Oriente

IL FOGLIO, 11 dicembre 2020 - Antonio Buozzi

Dai mosaici bizantini agli affreschi un tempo dai colori vivacissimi che ricoprono le navate e cappelle delle chiese romaniche fino ai crocifissi di Chagall, Congdon e Bacon, la narrazione visiva dei soggetti religiosi ha sempre costituito una modalità complementare o alternativa alla lettura e l’ascolto dei testi sacri. In Occidente gli affreschi della Cappella Sistina sono un compendio di catechesi e teologia biblica che spazia dalla Creazione al Giudizio universale. Diverso, invece l’approccio al fenomeno figurativo nell’Oriente cristiano e che trova il suo culmine nei grandi cicli di mosaici e nelle icone. Quest’ultime, dal greco antico “immagine”, raffigurazioni in formato ridotto di soggetti sacri dipinti su una tavola di legno, iniziano a diffondersi a partire dal IV e V secolo nel Medio Oriente cristiano diventando presto oggetto di devozione popolare. A farci percorrere la straordinaria ricchezza artistica e teologica di oltre sette secoli di pittura d’icone giunge propizio un prezioso volume del giornalista e scrittore Alfredo Tradigo, Icone e volti d’oriente (pp. 440, euro 45), pubblicato dalla casa editrice cattolica Mimep Docete. Oltre 400 tavole a colori vengono illustrate con rimandi puntuali alle parti più significative di ciascuna, un’esegesi a margine che ne rende accessibile il significato anche al profano. Il volume è scandito in sezioni che includono l’Antico e il Nuovo Testamento, gli apostoli, i padri della chiesa e i martiri, i santi d’Oriente e di Russia.
La selezione delle tavole è di alta qualità racchiudendo le opere più significative dell’Oriente bizantino e della Russia. A parte alcuni nomi ben conosciuti, come Andrej Rublëv o Dionisij, la maggior parte delle opere è anonima o attribuibile a una scuola, tra le più celebri quelle di Pskov, Novgorod e Mosca. Il pittore è un semplice monaco che riproduce il soggetto sacro attenendosi fedelmente a modelli predefiniti e immutabili. Proprio in quanto raffigurazione sacra non c’è spazio all’inventiva, allo scarto naturalistico, all’improvvisazione. Tutto è regolato e tramandato nei secoli, la pittura d’icone è riproduzione, non creazione, devi introdurci nella sfera del sacro che è immutabile e eterno. Un aspetto, questo su cui ci può essere da guida la lettura complementare di alcuni testi classici come Teologia della bellezza di Pavel Evdokimov e Le porte regali di Pavel A. Florenskij, il grande scienziato e teologo russo che davanti all’icona della Vergine arrivava a dire: “Ecco, osservo l'icona e dico dentro di me: -- È Lei stessa -- non la sua raffigurazione[...]. Come attraverso una finestra vedo la Madre di Dio, la Madre di Dio in persona, e Lei prego, faccia a faccia”.


ICONECRISTIANE.IT

Icone e Volti d'Oriente

ICONECRISTIANE.IT, 17 novembre 2020 - Giuliano

Icone e Volti d'Oriente è la riedizione in formato più grande, completamente riveduta, ampliata nei testi e arricchita di oltre 100 immagini del volume “Icone e santi d’Oriente”, pubblicato nel 2004 nei Dizionari d’Arte Electa e tradotto in cinque lingue le cui edizioni polacca e italiana (30.000 copie) sono da anni esaurite.
Il volume esamina in modo dettagliato tutti i tipi iconografici della grande tradizione bizantina e russa. Ogni icona viene spiegata attraverso precise didascalie accompagnate da frecce che selezionano e indicano il particolare descritto. Scorrendo l’indice si va dagli Angeli ai Patriarchi e ai Profeti biblici, ai protagonisti dell’Antico e del Nuovo Testamento. Al centro l’icona di Cristo e della Madre di Dio. Poi nell’ordine le festività liturgiche, gli Apostoli, i martiri, i santi della tradizione greco-ortodossa e slava. Ogni tema è trattato con un breve capitolo introduttivo corredato da voci in cui vengono rubricate la festa, il titolo, le fonti, un testo della liturgia o della letteratura che si riferisce a quell’icona.


NORDMILANO24.IT

Novità in libreria: Icone, l’antico splendore vivente

NORDMILANO24.IT, 02 novembre 2020 - Angelo De Lorenzi

Oltre 450 capolavori raccontati in un libro scritto dal giornalista e scrittore Alfredo Tradigo che ripropone un’arte sempre attuale, strumento di dialogo con gli ortodossi, aiuto a riscoprire la fede. Un compendio d’arte e di teologia: ogni icona è identificata nei suoi particolari. Un attento e meticoloso lavoro ha prodotto per ogni immagine sei o sette didascalie con le frecce che spiegano, particolare per particolare, di che cosa si tratta.

Un libro dedicato alle icone rappresenta un avvenimento, un appuntamento imperdibile per chi avverte il desiderio di approfondire un tema che può averci attratto o semplicemente incuriosito: «Nel cristianesimo il culto delle immagini viene da lontano» – leggiamo nell’introduzione del recente Icone e volti d’Oriente, scritto da Alfredo Tradigo per i tipi della Mimep-Docete – e accompagna la storia della Chiesa d’Oriente e d’Occidente.

Il mondo ortodosso, in particolare, nei primi secoli ha strenuamente difeso il culto delle immagini dall’attacco dell’iconoclastia (lett. spezzare le icone). Difendere le icone equivaleva a difendere la fede stessa». Non c’è chi non abbia mai avuto un’occasione per vedere un’icona; negli ultimi anni si sono persino moltiplicate le scuole un po’ in tutta Italia, una passione dettata dal richiamo del bello, da un’esigenza di estetica, ma anche da un profondo senso religioso che trova nell’icona un approdo congeniale, anche ai nostri tempi. Perché le icone piacciono? Che cosa ci attira? Solo la bellezza?

RACCONTARE PER IMMAGINI CON LE ICONE

Consideriamo un particolare aspetto collegato alle icone. Esse non si limitano a illustrare un personaggio o un avvenimento sacro, ma lo interpretano in chiave teologica e simbolica secondo il pensiero dei padri della Chiesa. L’icona – in tempi recenti – ha rappresentato anche un ponte gettato tra Oriente e Occidente, uno straordinario strumento di dialogo con gli ortodossi e ancora adesso lo è, basterebbe gettare uno sguardo negli edifici di culto frequentati in varie città d’Italia dalla comunità ortodossa.

Nel panorama dei libri recentemente usciti sulle icone, questo curato da Tradigo è unico: 440 pagine, oltre 450 capolavori descritti che rendono vive e presenti le immagini dei profeti, dei personaggi evangelici, degli apostoli, dei martiri e degli asceti, dai primi secoli cristiani alla diffusione del cristianesimo ortodosso da Bisanzio alla Russia e ai Balcani. Si tratta di un libro unico anche per una caratteristica che lo distingue: ogni icona è identificata nei suoi particolari. Un attento, meticoloso lavoro redazionale ha prodotto per ogni icona sei o sette didascalie con le frecce che spiegano, particolare per particolare, di che cosa si tratta. Il lettore è così accompagnato, passo dopo passo, alla scoperta delle immagini: l’architettura, i vestiti, i personaggi. Tutto ciò che serve al lettore per imparare a capire il significato di ogni icona.

Il libro è diviso in sette grandi capitoli che percorrono le storie dall’Antico al Nuovo Testamento e dal Nuovo Testamento alla Chiesa primitiva, Antiochia e Gerusalemme. E poi da Gerusalemme alla Chiesa slava: Novgorod, Mosca e isole Solovki. Un libro che propone ai suo lettori la forza delle Immagini che descrivono «luoghi abitati da uomini di forte tempra mistica, ritratti spirituali che solo l’arte delle icone è riuscita a “fotografare”: apostoli, martiri, asceti, folli per Cristo. Sguardi che ci trapassano. Fissi sull’aldilà».


AMAZON

Icone e Volti d'Oriente

AMAZON.IT, 15 febbraio 2021 - Leandro Avolio

Arte allo stato puro! Elegante e piacevole da sfogliare, fotografia ricca e testi ben leggibili.
Si tratta indubbiamente di un testo di nicchia qual è l’iconografia sacra, un argomento che purtroppo anche chi è radicato nella vita cristiana spesso non conosce (e dovrebbe). Andiamo a scoprirne di più.

UNBOXING: Ho acquistato questo testo come regalo di Natale per mia moglie, anch’ella iconografa. Ordinato in anticipo verso la fine di novembre 2020, la consegna è avvenuta in 24 grazie a Prime (grande manna dal cielo). Pagato 42,75€, il suo prezzo li vale tutti, considerati i contenuti.

ANALISI: Come anticipato, parliamo di un volume che di certo non catturerà l’attenzione di qualche curioso di passaggio, ma certamente darà tante soddisfazioni a chi è intenzionato ad approfondire uno o più significati che le immagini delle icone celano, facendo attenzione a nuovi particolari che i nostri occhi non avrebbero mai scorso senza una lettura così dettagliata, così da approfondire un legame più profondo con Dio. Ma veniamo ai tecnicismi.

LA COPERTINA: La prima di copertina riporta imponente l’immagine delle Porte Regali (un’icona raffigurante sulle porte centrali i Santi Basilio e Crisostomo - Annunciazione nella Cimasa – e le porte laterali con gli Arcangeli Michele e Gabriele) unitamente al nome dell’autore, il titolo del testo e la casa editrice. La seconda di copertina riporta una riflessione sull’argomento, ricca di nozioni utili a chi mastica l’iconografia nonché una sintesi di ciò che troveremo sfogliando le pagine. La terza di copertina invece trascrive una breve biografia dell’autore e la descrizione dell’immagine riportata sulla prima, mentre sulla quarta un’altra icona raffigura un Angelo simbolo dell’Evangelista Matteo.

I CONTENUTI: L’autore ha suddiviso la struttura del volume secondo uno schema preciso che fa riferimento a macro argomenti. Tra i vari capitoli, quello che più mi ha colpito è “Madre di Dio”, il quale volutamente o no, lo ritroviamo al centro del libro. La mia interpretazione è soggettiva ma fortemente simbolica; mi fa intendere che grazie a quel “SI” di Maria, Madre di Dio, tutto si è compiuto, e quindi insieme a Dio stesso diventa il centro della nostra esistenza. Molte immagini (non tutte) sono state ridimensionate per dare spazio al testo; sarebbe stato più interessante magari prevedere su una pagina intera l’icona così da farne visionare i dettagli più piccoli e dall’altro lato una pagina col testo… probabilmente sarebbe costato di più ed avrebbe previsto il doppio delle pagine, ma poi sarebbe stato meno appetibile, quindi tatticamente non lo considero un errore in termini commerciali.
I testi sono chiari, leggibili, ma vorrei capire perché non lo hanno giustificato… si tratta solo di un dettaglio minore rispetto ai contenuti, ma sono quasi tutti spostati a sinistra e qualcuno centrale. Belle comunque le note di contorno che rivelano particolari dettagliati sull’icona che stiamo visionando. Anche l’impaginazione merita una nota di approvazione, ottimo lavoro da parte della casa produttrice che sicuramente si è impegnata per rendere l’insieme pulito e comprensibile.
Il glossario aiuta tantissimo andando a descrivere molte terminologie che potremmo non conoscere. È in ordine alfabetico, e per lo più spiega il significato di parole di origine greca. Seguono indice e bibliografia.

CONCLUSIONI: 400 e passa pagine di cultura, arte, religione, da scoprire. Non sono un cultore della materia quindi non posso essere più approfondito nei contenuti che riguardano l’iconografia, ma posso di certo affermare che si tratta di un libro che ne ha da raccontare. Tratta sicuramente le storie più avvincenti della Bibbia, dall’antico testamento al nuovo, ai personaggi che lo compongono e ai testimoni che hanno tramandato la fede (e qui aggiungerei “la nostra fede”, per non dimenticare) sacrificando la loro stessa vita. 5 stelle meritatissime al maestro Alfredo Tradigo, veterano iconografo, preparatissimo.