Pentecoste
Atti 2, 1-11 / Corinzi 12, 1-11 / Giovanni 14, 15-20

(domenica di Pentecoste)

Indicibile unità di tre Persone
La forma del trifoglio esprime – dai verdi mantici
Riempie con il suo soffio d’Amore la terra
Sopra ogni petalo lascia una goccia
Di rugiada che brilla e dà colore

I discepoli adunati insieme nella stanza
Io mi trovavo in giardino – e venne un rumore
Improvviso come di acque alle mie spalle che si riversano
Sulla terra verde di grano
Rossa di papavero blu di fiordaliso

Trinità di colori! – Pensai e alzai la testa
Lo scorrere delle invisibili acque
Era in realtà un vento dolce a dare quel suono
Facendo vibrare le palme e l’immensa quercia
Le foglie in un denso fruscio di ali

Le mille lingue delle erbe e dei fiori
Si diffondevano e il vento dava un senso
Dava una voce a ciascuna creatura
Come il primo giorno una nuova aurora

Respiro – contemplo nella forma
Del trifoglio il mistero
Dei Tre in un unico corpo

A ciascun discepolo è dato
Un dono per il bene comune
A ciascuno una lingua diversa
Una voce un messaggio
Una rivelazione – voci lanciate
Nel canto di un unico coro
Nell’occhio dell’abside
Fiore dai mille petali

Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia,
della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia,
della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti
della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti,
Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi

Il fiore delle mille e una notte – finalmente
Ha un centro nel trifoglio – e nel cuore dell’uomo
Dove lo Spirito paraclito
Vento consolatore viene soffia vola
Semina in ciascuno un seme nuovo d’Amore