Il cieco nato

La luce degli occhi – la ferita del cuore

Il cieco nato entrò nel Tempio – e per la prima volta vide
Le belle pietre accarezzate dalla luce
Una luce più morbida di quella che fuori
Lo aveva abbagliato dopo il miracolo
– quando gli alberi le persone e le cose presero vita
come un sogno che non aveva mai sognato

Entrò nel Tempio per cercare l’Uomo
Che gli aveva ridato la vista
Ma come distinguerlo in volto
Tra i volti ostili dei suoi concittadini

Lo trovò Gesù mentre vagava
Per le strade di Gerusalemme
E il cieco nato lo riconobbe dal profumo delle dita
Primordiale sentore di terra umida e grano
Come quel giorno nel giardino la mano di Dio su Adamo

Così gli si prostrò innanzi – Credo Signore!
La Tua luce è più forte della luce di questo mondo
E il mio cuore adesso palpita ferito
Dalla Luce infinita del Tuo Volto.