Luigi*
Luigi custodisce i morti dal mattino alla sera
				Tutti i giorni parla con le invisibili presenze
				Le sue stagioni nel cimitero sono più chiare delle nostre
				Più distinte tra di loro e lui in fondo
Si trova bene in quel giardino circondato di fiori
				Dove vede ogni giorno le gemme a che punto sono
				E le facce degli uomini che entrano ed escono
				Frettolose
Facce che non sanno – non conoscono
				I ritmi ordinati del tempo qui dentro
				Le ombre che scendono in autunno
				Come monaci in fila per la recita dei vesperi
Luigi li segue con la sua barba rasata a mezzo e un cappello di lana
				Le sue mani abbracciano i marmi
				Le sue guance si aggrinzano in un mezzo sorriso
				Quanto basta per stabilire rapporti di carità coi vivi
(è il suo lavoro)
Poi si ritirarsi nei suoi colloqui
				Con l’ultimo morto arrivato
				Le parole che escono dalla terra sono il fiato umido
				Che il tempo aveva cancellato – e ora ritornano.
*Il custode del cimitero di Cusano Milanino