Sollevate o porte la fronte immortale

(IV domenica di Avvento: Isaia 4, 2-5; Ebrei 2,5-15; Luca 19, 28-38)

Sollevate o porte la fronte immortale
Svapora come fumo il vostro marmo
Dinanzi a Colui che passa
In groppa a un puledro

Passa sopra sciolti mantelli
Rami di palme e ulivi
Calpesta aromi venuti dall’Oriente
Su ondeggianti cammelli
A onorare la Sua nascita e sepoltura

La natura in questo mese d’aprile
È tutta un rigoglio
Ruscello di gioia che fluisce
Dai rami e dai canti dei fanciulli
Osanna osanna al Fanciullo divino
Come quella notte in cui gli angeli
Piegarono come rami le loro ali
Fino a sfiorare la terra brinata

A inviare il soffio lo Spirito
Sul cammino dei pastori
E ora soffiano un Vento divino
Sui mantelli che navigano felici
Sotto il cielo così limpido di primavera

– Perché cantate così forte?
Domanda lo Straniero
Perché slegate un puledro
Che non è vostro?

Guardate! Non lo vedete?
Le porte antiche si sono aperte
E gli angeli salgono e scendono

Guardate! il Signore è stato sciolto
Dalle catene che lo tenevano prigioniero
Non vedete? Ha preso carne e sangue d’uomo
Per liberare l’uomo – e per mezzo della morte
Ridurre all’impotenza
Colui che domina con la morte l’uomo

Guardate! – non lo vedete?
Sul profilo delle colline
Arde un fuoco verde
– Non lo vedete?