Famiglia Cristiana web - febbraio 2013

LE PAROLE DELLA VITA

Lavorare: La bellezza del lavoro umano

Solo un grande artista come Vincent Van Gogh (1853-1890) poteva comunicarci in modo così semplice e diretto la bellezza del lavoro, anche quello faticoso dei campi. Non sempre però i lavori più umili erano visti così. Per i greci il lavoro materiale era considerato inferiore e riservato agli schiavi, mentre i saggi si occupavano delle cose spirituali. L’apostolo Paolo rovescia questa logica e dà per primo l’esempio della dignità del lavoro umano, anche materiale, continuando a esercitare la sua professione di fabbricante di tende nonostante potesse vivere dei proventi della sua missione. Paolo così scrive ai Tessaloncesi: “Chi non vuole lavorare neppure mangi!”.

Con il cristianesimo ogni tipo di lavoro umano acquista dignità e san Benedetto da Norcia, fondatore del monachesimo occidentale, propone uno stilemi vita basato sull’equilibrio tra preghiera e lavoro riassumendolo nel motto: Ora et labora.

Qualsiasi lavoro, anche il più umile, non solo serve per vivere ma è espressione dell’individuo, della sua personalità. Il lavoro esprime la nostra sete di felicità e compimento e, come ebbe a scrivere un grande educatore di giovani come don Luigi Giussani, “Il lavoro è l’espressione del nostro essere”.

La parola lavoro si coniuga con la parola felicità. Il lavoro non è solo utile ma deve produrre quella bellezza e quella felicità che il nostro cuore desidera. Il nostro cuore è fatto per l’infinito e trova appagamento nella bellezza che ci infiamma come scrive il poeta polacco Cyprian Norwid: “La bellezza è per entusiasmare al lavoro, il lavoro è per risorgere”. E questo è anche il senso del Mietitore di Van Gogh.