Famiglia Cristiana n° 08 - febbraio 2009

RACCONTI D'AUTORE

DA DON GNOCCHI AL MEDIOEVO

Ma anche il Big bang, Eva e struggenti ricordi di vita nel nuovo, prezioso libro di Eugenio Corti.

Uno sguardo saggio e pacato e un pensiero limpido e originale scorre in queste pagine come una fresca vena d'acqua, simile a quelle fonti che sgorgano in riva al mare in Grecia, alla fine di una piccola valle, dove sorge un grande platano o un'antica quercia.
Il mare della storia è lì a pochi passi dal grande albero e davanti a lui si quieta, si arrende, si lascia leggere e comprendere nelle righe ordinate delle sue onde. Questa è la scrittura di Eugenio Corti, che dal suo punto di vista sul mare della storia (il Novecento vissuto e descritto nel suo capolavoro, Il Cavallo rosso), assomiglia a quella quercia o a quel platano che, dall'alto dei suoi 87 anni, legge, scrive, racconta, ricorda.
Il suo nuovo libro di racconti (Il Medioevo e altri racconti, Ares) è pieno di sorprese, di scoperte fatte da un uomo semplice come un soldato o un contadino che si è fatto cronista, storico e filosofo, ricercando nei meandri della storia sua personale e dell'intero secolo messaggi in bottiglia trascurati dall'intellighenzia ufficiale, verità che nessuno si è ancora preso la cura di leggere, decifrare, comunicare. Ecco allora che, dopo i disastri del nazismo e del comunismo, l'umanesimo cristiano (medioevale o moderno che sia) risulta per l'autore l'unica possibilità di vita per l'uomo contemporaneo. Riflessioni originali si alternano ai racconti: così la teoria scientifica del Big bang viene assimilata a una lettura biblica della creazione e la recente scoperta del Dna mitocondriale femminile conferma che l'umanità deriva anch'essa biblicamente da un'unica donna: Corti la chiama "la scoperta scientifica di Eva".
Nelle ultime pagine, addormentandosi con il libro dell'Apocalisse di san Giovanni tra le mani, Corti immagina di incontrare in sogno monsignor Kotsilovski, il vescovo di Przemysl conosciuto in Polonia, che subì l'occupazione nazista e morì sotto quella comunista. Un altro capitolo è dedicato all'amico don Carlo Gnocchi, con testimonianze di prima mano su un uomo di cui è in atto il processo di beatificazione, come annunciato qualche mese fa dal cardinale di Milano monsignor Dionigi Tettamanzi.
La vicenda dei tre bambini ucraini - Alia, 10 anni, "Moscerino", 5, Anatolio di appena uno - che nel luglio del 1942 il giovane tenente Eugenio Corti sfamò con i viveri che gli arrivavano al fronte dalla mamma, è tra i racconti più belli. Quel prezioso miele che li salvò dalla denutrizione veniva dalla Brianza, terra di "paolotti" dove il fascismo - ricorda con orgoglio l'autore - non attecchì mai: in quella zona, nelle elezioni del 1924, si ebbe la più bassa percentuale di votanti (il 15%) rispetto alla media nazionale (due terzi dei suffragi).
Il capitolo più robusto è invece dedicato al lungo dialogo immaginario con la beata Angelina da Marsciano (1357-1453), lontana antenata umbra della stessa moglie di Corti e conterranea della beata Angela da Foligno (1248-1309). Qui l'autore - al quale chiediamo di continuare a scrivere per le giovani generazioni - immerge il lettore in quel Medioevo che, dopo i suoi libri storici sulla Roma di Catone, il Seicento delle riduzioni gesuitiche in America latina e il Settecento degli Ammutinati del Bounty, resta per lui il periodo della storia sicuramente più amato.

Eugenio Corti
Il medioevo e altri racconti
Edizioni Ares, euro 12