Famiglia Cristiana n° 48 - novembre 2007

"I classici della spiritualità cristiana"
CATERINA DA SIENA: "DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA"

IN COLLOQUIO CON DIO

L'autrice del quarto volume della nostra serie, dice madre Anna Maria Cànopi, "è un prodigio della divina Sapienza".

Voce tra le più profonde dell'odierna spiritualità, suor Anna Maria Cànopi, abbadessa del monastero benedettino dell'isola di san Giulio d'Orta ci presenta la figura e l'opera di santa Caterina da Siena (1347-1380), mistica e dottore della Chiesa.

- Madre Cànopi, qual è il rapporto tra lei e santa Caterina, in particolare attraverso la lettura del Dialogo della Divina Provvidenza?
"Con santa Caterina da Siena ho avuto, fin da giovanissima, un rapporto di ammirazione e di affetto preferenziale. La lettura delle sue Lettere e del libro Dialogo della Divina Provvidenza mi ha profondamente segnata e posso affermare d'aver appreso da lei ad amare appassionatamente Cristo e la Chiesa. Santa Caterina è davvero un "prodigio" della divina Sapienza. Non si può spiegare diversamente come una giovane donna, che non sapeva né leggere né scrivere, potesse esprimere una dottrina spirituale così elevata con un linguaggio splendido e inconfondibile".

- Nella prima parte la mistica senese si propone il raggiungimento delle virtù attraverso l'amore per il prossimo e l'esercizio della penitenza. Cos'è la virtù per Caterina?
"Si potrebbe dire che per lei la virtù è "umile forza d'amore". Infatti, interrogando il Padre, Caterina apprende che "nessuna virtù può avere in sé vita se non dalla carità" e che l'umiltà è la "bàlia" (la nutrice) della carità".

- Nella seconda parte del libro si parla della misericordia di Dio verso il mondo: come si esprime oggi nell'umanità il desiderio di salvezza?
"Caterina comprende che, nel Figlio, Dio si è umiliato per follia d'amore verso le sue creature. "O pazzo d'amore!", esclama. "Non ti bastò incarnarti, che anche volesti morire? …O misericordia!". Se Caterina vivesse in questa nostra epoca e conoscesse tutti gli orrori compiuti dagli uomini, non farebbe altro che continuare a gridare nel cuore della Chiesa: "Misericordia!". E non c'è dubbio che - al di là delle apparenze - si sentirebbe esaudita. Il silenzio di Dio è talvolta la risposta più eloquente e pacificante. Lui sa come e quando porre fine a tutto il male e, soprattutto, come trarre anche dalla presenza del male un maggior bene".

- Cristo è descritto come un ponte tra la terra e il Cielo. E Caterina stessa dice a Cristo: "Sposami nella fede". Ci parli di questo amore sponsale...
"Santa Caterina è veramente innamorata di Cristo e nel rapporto con Lui vive il mistero nuziale della Chiesa. Lo contempla soprattutto nella bellezza del suo sacrificio e si sente continuamente lavata dal suo sangue redentore, anelando a diventare quella "sposa senza macchia né ruga" di cui parla l'Apostolo (Ef 5,27). L'immagine del Cristo ponte gettato dal Padre per ricongiungere il Cielo e la terra interpreta in modo figurato la stessa rivelazione di Gesù: "Io sono la Via, la Verità, la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv 14,6). L'ardente desiderio che Caterina ha di conoscere la Verità viene colmato con l'esperienza di Dio Luce e Fuoco d'amore".

- Che posto hanno per Caterina da Siena l'Eucaristia e la visione di Cristo attraverso i sensi spirituali?
"Nell'amore al Cristo eucaristico Caterina vede il massimo dono che Dio ci fa di sé stesso; perciò parla di Sole eucaristico, di tutta l'essenza divina racchiusa nel "dolcissimo sacramento sotto la bianchezza del pane". E, con accenti di commosso stupore e tenerezza, dice che quel pane è impastato con la "farina" di Maria, ossia con l'umana carne, che Egli ha assunto nel grembo della Vergine Madre. Per gustare la dolcezza del Pane eucaristico bisogna però che i sensi vengano trasfigurati, che diventino "sensi spirituali". Questo avviene per opera dello Spirito Santo, che divinizza l'umana creatura e la trasforma anch'essa in "Eucaristia"".

- Una parte del libro è dedicata alla "dottrina delle lacrime". Cos'è?
"La Santa senese sente sempre urgente la chiamata alla conversione. Ci sono varie specie di lacrime: lacrime di pentimento per i peccati commessi, lacrime di gratitudine per l'esperienza della misericordia del Signore, lacrime di dolcezza inesprimibile per l'immersione nell'Amore divino. A queste lacrime di consolazione che anticipano il "beato riposo" della vita eterna possono sempre associarsi quelle di dolore e compassione per il prossimo bisognoso di misericordia: lacrime di amore che Caterina versò abbondantemente per tutti gli uomini nella sua "cella interiore"".