Famiglia Cristiana n° 48 - novembre 2007

"I classici della spiritualità cristiana"
CATERINA DA SIENA: "DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA"

INTERVISTA A MARIO MAURO, VICEPRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO

IL "CODICE DELL'AMORE" SALVERà L'EUROPA

La lezione di Caterina ai cristiani di ieri e oggi: "Se sarete quello che dovete essere metterete a fuoco il mondo".

A Milano incontriamo l'onorevole Mario Mauro, promotore della risoluzione in difesa della libertà religiosa e dei cristiani nel mondo finalmente approvata a Strasburgo. A lui chiediamo di tratteggiarci il "volto politico" di Caterina, la mistica che ricevette le stigmate.

- Onorevole Mauro, Caterina è stata una donna coraggiosa che ai potenti della terra - dal re di Francia allo stesso Pontefice - ebbe l'ardire di scrivere "io voglio". Col suo intervento favorì il ritorno del Papa dall'esilio avignonese. Cosa la colpisce di questa santa?
"La sua determinazione, che ci mostra in modo sorprendete come l'assoluta dedizione a Cristo nella verginità le abbia dato una capacità non comune di leggere e giudicare la realtà del suo tempo; mi colpisce poi la volontà con cui Caterina a vent'anni vuole imparare a leggere e scrivere per corrispondere al meglio alla sua vocazione: rispondere alle circostanze, riversare nel mondo la grazia ricevuta. Un esempio per noi".

- Viene in mente la citazione di santa Caterina che Giovanni Paolo II fece ai giovani di Tor Vergata nella Gmg del 2000: "Se sarete ciò che dovete essere metterete a fuoco il mondo"...
"Questa frase a mio avviso chiarisce cosa si debba intendere per vero dialogo. In politica spesso si pensa che dialogare significhi cercare un compromesso tra due posizioni. Ma se io e il mio interlocutore partissimo entrambi da posizioni sbagliate, cercando un compromesso tra le due combineremmo solo grossi guai. Eppure purtroppo molte leggi negli ultimi anni sono nate con questa logica. Dialogare, invece, vuol dire fare passi avanti verso una verità che nessuno dei due possiede. In questo senso Caterina dice: "Se sarete quello che dovete...". Nel momento in cui compiamo la nostra natura, che è quella di aderire il più possibile alla verità, diventiamo l'umile riverbero di un ideale più grande che può affascinare tutti gli uomini".

- Le lettere che Caterina scrisse agli uomini-chiave del suo tempo furono definite da Francesco De Sanctis il "codice d'amore della cristianità". Oggi questo codice è vivo nelle istituzioni europee?
"Benedetto XV ci ha ricordato che i due grandi pericoli che corre l'uomo contemporaneo sono il fondamentalismo e il relativismo. Il fondamentalismo perché prende Dio come pretesto per un progetto di potere, come hanno fatto le ideologie del secolo scorso; e il relativismo perché mette sullo stesso piano tutte le opinioni, per giungere alla conclusione che la verità non esiste. Questo progetto si è insinuato anche nelle nostre istituzioni: l'uomo senza regole, e quindi senza questo "codice dell'amore", è incapace di riconoscere l'altro; e senza riconoscimento non possono fiorire i rapporti e la civile convivenza. Non siamo nelle istituzioni per esibire la nostra ideologia, ma per cercare insieme la soluzione migliore ai problemi di tutti. Se non ci fosse un modello di convivenza superiore le istituzioni si ridurrebbero a regimi. Il codice d'amore della cristianità è anche l'unico codice di convivenza possibile ".

- Il documento approvato giovedì scorso a Strasburgo, che denuncia i "gravi episodi che mettono a repentaglio l'esistenza delle comunità cristiane e di altre comunità religiose", rappresenta un segnale di speranza per il nostro continente?
"Sì, ma mi preme sottolineare come abbia alle spalle un lungo lavoro. L'Unione europea, voluta dai padri fondatori per sconfiggere fondamentalismi e ideologie totalitarie, stava subendo dagli anni '90 una deriva relativistica. Le istituzioni europee erano disponibili a parlare dei diritti di tutti tranne di quelli delle comunità cristiane per una deformazione ideologica che considera la Chiesa simbolo del colonialismo occidentale. Questa risoluzione, proposta come mozione d'urgenza, fa una lungo elenco di violazioni di diritti su un principio molto chiaro: queste persone subiscono persecuzioni a causa della loro fede. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: l'abbandono dell'Irak da parte dei cristiani, la loro diminuzione in Libano, le violenza subite in Palestina. Il documento non è vincolante ma consente ai parlamentari europei di agire; da parte mia, per esempio, come membro della commissione Bilancio prima di concedere fondi mi preoccupo che i Paesi interessati garantiscano la libertà religiosa e la tutela delle comunità cristiane".

LA TEOLOGA ILLETTERATA
Il "Dialogo della divina provvidenza" è uno straordinario testo di spiritualità scritto da una mistica senese del Trecento, illetterata e santa: Caterina da Siena. Fu scritto per rivelazione, come se Dio Padre stesso rispondesse alle domande che Caterina gli rivolse sui temi fondamentali: la Salvezza, la Virtù e la Grazia. Questo "Dialogo" indica così ancora a noi oggi in quale modo l'uomo possa risalire dal peccato alla grazia attraverso quel ponte teso tra la terra e il Cielo che è Cristo stesso, che Caterina amò a tal punto da ricevere nel suo corpo i segni della Passione: le stigmate. Per questo libro Caterina è diventata Dottore della Chiesa. Cioè esperta di teologia. Come lo sono i semplici del Vangelo. Quelli che ci credono davvero.