Famiglia Cristiana n° 51 - dicembre 2006

A GARDONE RIVIERA IL MUSEO DEL DIVINO INFANTE

Gesù Bambino sgambettante e nudo o rigidamente avvolto in fasce; sognante sotto un paradisiaco albero fiorito; sereno e benedicente sul trono; oppure tristemente appoggiato alla colonna della flagellazione, tra le dita una corona di spine. Piccoli Gesù di legno, cera, cartapesta o terracotta; innocenti nelle loro nudità; o preziosamente rivestiti di pizzi, sete, merletti e gemme; dai boccoli di seta e dagli occhioni smaltati; racchiusi in preziose teche o sotto campane di vetro, tra cuscini, minuscoli oggetti e fiori di cartapesta.

Siamo a Gardone Riviera, nel Museo del Divino Infante (tel. 0365-293105). Questi soggetti (Gesù o Maria bambina) appartengono a una raccolta permanente di circa 250 pezzi (non oltre i 90 cm) che la signora Hiky Mayr, appassionata collezionista e restauratrice, ha messo insieme in 35 anni di ricerche. Testimonianze - tra arte e devozione - di un culto sviluppatosi tra il Sei e l'Ottocento nei monasteri femminili e nelle case private. Opere uscite dalle grandi botteghe artigiane napoletane e siciliane. Immagini di un filone mistico legato all'infanzia di Gesù, che dal presepio vivente di san Francesco alle scenografie dei Sacri monti del '600 si miniaturizza nell'iconografia del Divino Infante; assumendo una dimensione domestica e affettuosa che, con la sua fragile, preziosa materialità, può conquistare ancora oggi i cuori. Frutto di un'arte popolare ed evocativa che sa trasformare anche le nostre ingenuità in occasioni di volere bene a Gesù.