Famiglia Cristiana n° 52 - dicembre 2006

IL SECONDO VOLUME DI "L'ARTE CRISTIANA IN ITALIA": IL RINASCIMENTO

L'ARTE RACCONTA QUELLA NASCITA

Il nuovo libro di Timothy Verdon, professore alla Stanford University e alla Facoltà teologica dell'Italia centrale. E splendide immagini per meditare il mistero della Natività.

Arte e fede cristiana, bellezza e teologia, sono sempre andate a braccetto nella storia dell'arte occidentale, in un connubio felicissimo che ha prodotto capolavori. Un'unità misteriosa e affascinante, forse ancora da studiare, che nei secoli, soprattutto in Italia e in particolare modo nel nostro Rinascimento e poi nel Maniersimo cinquecentesco, ha regalato all'umanità il genio di Masaccio, Brunelleschi, Donatello, Beato Angelico; e poi Bramante, Michelangelo, Raffaello, Leonardo, Tiziano, Tintoretto.
Per questo legame inscindibile non è possibile studiare le opere d'arte separandole dalla fede, dalla teologia, dalla vita che le ha ispirate. Risulta così al proposito quanto mai utile e illuminante la lettura del libro L'arte cristiana in Italia (san Paolo) dedicato al Rinascimento, al quale seguirà a primavera Età moderna e contemporanea, completando così l'inedita trilogia che lo storico dell'arte Timothy Verdon, sacerdote statunitense, dedica all'arte del nostro Paese (il primo volume, Origine e medioevo, è ancora disponibile). Arte che nel Rinascimento, e poi per tutto il Seicento e fino all'Ottocento, è stata naturaliter (naturalmente) cristiana. Poi il legame si è rotto, come argutamente afferma il cardinale Tomas Spidlik nel suo ultimo libro-intervista Anima di pellegrino (Gribaudi): "Fin dall'inizio la religione era la sposa dell'arte. Nella nostra società razionalista, però, l'unione è stata sciolta e la religione ha sposato la scienza. Questo secondo matrimonio naturalmente non è valido, perché il primo non è stato annullato dalla Chiesa. Perciò io sono favorevole a sciogliere questo legame e a fare ritorno al primo".
Dopo questa provocazione torniamo al volume di Timothy Verdon, che ci accompagna nel cuore della grande arte italiana rinascimentale e cinquecentesca, fino alle soglie del barocco. E lo fa in modo integrale, parlando non solo di pittura, architettura e scultura ma anche di arti minori, musica, liturgia, arredi sacri. Allargando con mappe e schede di approfondimento gli orizzonti del rinascimento fiorentino a quella fitta rete di interscambi culturali tra Nord e Sud, a quei "sentieri degli artisti" di cui approfondite schede ci disegnano la mappa.
Dopo il Rinascimento si affronta il '500, l'età della Controriforma e i suoi effetti sull'arte: la Riforma luterana produrrà il genio musicale di Bach, quella cattolica le polifonie di Pierluigi da Palestrina. Nell'arte liturgica, un ruolo fondamentale è svolto da san Carlo Borromeo che con le sue "Istruzioni" del 1577 (Instructionum Fabricae et Suppellectilis Ecclesiasticae) indica il corretto modo di allestire l'altare per la Messa e per l'esposizione del Santissimo. Nascono così le grandi chiese del Vignola, del Maderno e del Fontana, i sontuosi altari intarsiati di marmi policromi (famosi soprattutto quelli usciti dall'"Opificio fiorentino delle pietre dure"), con gli alti cibori, i candelabri dorati e i vasi sacri.
Rispetto al Manierismo cinquecentesco romano e fiorentino, l'arte nella Venezia della Controriforma si caratterizza per una maggiore libertà compositiva, vivacità di colori e rappresentazione della realtà e della psicologia dei personaggi: fanno scuola i grandi "telieri" di Tintoretto, Tiziano, Veronese; e in architettura le opere di Andrea Palladio.
Anche qui si disegna la mappa dei pellegrinaggi cinquecenteschi legati agli Anni Santi attraverso i valichi alpini che collegavano Roma all'Europa: Moncenisio, Gran San Bernardo, San Gottardo, Brennero. Una scheda di approfondimento è dedicata in particolare al passaggio storico dalla bottega rinascimentale all'Accademia, istituzione nuova in campo artistico, che giungerà fino ai giorni nostri. Mentre nella bottega medioevale, legata alle antiche corporazioni dei mestieri, si imparavano le varie tecniche artigianali (e si produceva di tutto, senza distinguere tra arti maggiori e minori), alla base dell'Accademia cinquecentesca (quella del Vasari, per esempio) c'è lo studio del disegno, fondamento di tutte le arti, fondato sulla copia dei classici rinascimentali: Raffaello, Michelangelo e Leonardo. Attraverso l'Accademia la Chiesa si fa garante della produzione artistica; nasce a Firenze l'Accademia del Disegno, a Roma l'Accademia di san Luca, a Bologna l'Accademia degli Incamminati.
Nel prossimo volume l'arte "oggi"
Il perpetuarsi di questo rigido schema - "accademico", appunto - si romperà con la nascita delle avanguardie artistiche dell'Ottocento che, operando "fuori e contro" le Accademie, rinnoveranno l'arte. Rompendo, però, quel felice connubio tra fede e arte che aveva prodotto tanti capolavori. Paolo VI e Giovanni Paolo II profeticamente tenteranno di sanare la ferita, di ricucire la divisione che svincolava - e oggi ancora separa - l'arte da qualsiasi funzione sacra; lasciandola in balia di quel soggettivismo e relativismo che caratterizzano il mondo in cui viviamo. Ma di questo parlerà monsignor Timothy Verdon nel prossimo volume, Età moderna e contemporanea, che uscirà a primavera e che attendiamo con grande interesse e attenzione. Per capire dove sta andando l'arte oggi. E con lei la nostra vita.