07 maggio 2025

da: Il Sussidiario

Conclave, tra Michelangelo e Wojtyla si rinnova il mistero della Sistina

Sistina - Michelangelo

Oggi inizia il conclave e i cardinali si chiuderanno nella Cappella Sistina. Il “grembo”, affrescato da Michelangelo, dal quale uscirà eletto il nuovo Papa

Spesso non pensiamo che il conclave dei cardinali elettori è racchiuso sotto lo sguardo degli affreschi di Michelangelo, dove c’è tutta la Bibbia vivacemente diventata come un grande murales che ricopre pareti e soffitto. Sul fondo, in verticale, campeggia il Giudizio Universale. Dalla creazione di Adamo, lassù nella volta dipinta da Michelangelo in sedici giornate di lavoro nell’anno del Signore 1515, al Cristo giudice, concluso da Michelangelo nel 1541 (intanto sono passati quattro papi) c’è tutta la storia umana, e anche la storia della Chiesa, riassunta nella figura di Maria, rannicchiata e timorosa sotto le braccia del Figlio. Maria che maternamente, in silenzio, partecipa di quel “parto” speciale che è la nascita di un nuovo papa. Fumata bianca, come un battello sul Mississippi che annuncia che la nave è arrivata. E la nave è l’Ecclesia. L’aspettano tutti sulla riva.

“E cantano felici i marinai/ ad ogni porto dove c’è chi sale,/ venite, su, venite sulla nave:/ guarda com’è sicuro il Capitano…” (Claudio Chieffo, La nave)

Ma tra il Cinquecento di Michelangelo e l’oggi di papa Francesco – di cui abbiamo così vivo il ricordo – c’è stato un poeta, un attore, un papa polacco che ha cantato il mistero della Sistina da cui lui stesso è uscito papa. Sistina, utero, grembo da cui madre Chiesa genererà il nuovo Pietro. Il 267esimo papa della storia cristiana. Ascoltiamo Karol Wojtyła nel suo Trittico romano (Lev 2003):

“E proprio qui, ai piedi di questa stupenda policromia sistina, si riuniscono i cardinali,

E Michelangelo li avvolge, tuttora, della sua visione.
‘In lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo…’
Chi è lui?
Ecco, la mano creatrice dell’Onnipotente Vecchio, diretta verso Adamo…
Al principio Dio ha creato…
Costui che vede tutto…
La policromia sistina allora propagherà la Parola del Signore:

La stirpe, a cui è stata affidata la tutela del lascito delle chiavi,
si riunisce qui, lasciandosi circondare dalla policromia sistina,
da questa visione che Michelangelo ci ha lasciato.
Era così nell’agosto e poi nell’ottobre, del memorabile anno dei due conclavi,
e così sarà ancora, quando se ne presenterà l’esigenza dopo la mia morte.
All’uopo, bisogna che a loro parli la visione di Michelangelo.

Bisogna che, in occasione del conclave, Michelangelo insegni al popolo.
Non dimenticate: Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius [Tutto è nudo e scoperto agli occhi di Dio, Eb 4,13]

Tu che penetri tutto – indica!
Lui additerà…”

Ma la nave, il fiume, il Tevere e i suoi barconi, la grandezza della Chiesa romana (o la sua piccolezza) tutto alla fine davanti al Giudizio Finale si ridurrà a un niente, all’io pensante e pensato, solo davanti a Dio.

“Se vuoi scoprire la sorgente, devi risalire lassù controcorrente” scrive ancora Karol Wojtyła nel Trittico (La sorgente). Tutto si riduce così a un torrente di montagna che beve alle sorgenti del cielo. Questo solo sappiamo. Risalire in montagna, perché come dice il salmo: “alzo gli occhi ai monti; da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra” (salmo 121). Anche il papa è una cerva assetata che ha bisogno dell’aria pura delle altezze infinite. Fumata bianca sale. Riparte la nave.