Credere n° 04 - aprile 2013

LA BELLEZZA CI SALVERÀ

GIUSEPPE, NON TEMERE DI PRENDERE CON TE MARIA

Le nozze combinate dallo Spirito Santo

Giotto di Bondone

Giotto di Bondone
Le nozze di Maria e Giuseppe

1303-1304
affresco, 200 x 185 cm.
Padova, Cappella degli Scrovegni

I vangeli canonici non parlano del matrimonio di Maria e Giuseppe. Non ne parlano neppure i vangeli apocrifi né la Legenda aurea di Jacopo da Varagine, testi molto utilizzati dai pittori di storie sacre e che raccontano però le circostanze in cui si svolse l’importante matrimonio. Nei due affreschi precedenti le nozze di Maria e Giuseppe Giotto ci mostra il sommo sacerdote Abiatar che, per sapere quale sarà lo sposo prescelto da Dio per la Vergine, raccoglie da ciascun giovane della tribù di Giuda dei ramoscelli: quelli che fiorirà e su cui si poserà una colomba bianca indicherà il prescelto. La scelta cade su Giuseppe, secondo la tradizione il più anziano, come indica la sua folta barba bianca. E in questa contemporaneità, rappresentata dal giglio fiorito e dalla colomba, Giotto rappresenta il matrimonio tra Giuseppe e Maria. Mentre fuori dal Tempio il gruppo dei giovani rifiutati manifesta il proprio disappunto, all’interno si svolge il sacro rito: i due sposi si scambiano l’anello alla presenza del sommo sacerdote Abiatar, dell’anziano scriba Ruben e di tre giovani ancelle coetanee di Maria. L’azzurro intenso del cielo si riflette nella conca absidale a cassettoni così come la benedizione di Dio scende sugli sposi.

I PRETENDENTI DELUSI
Fuori dal Tempio si accende la protesta dei pretendenti delusi con i loro bastoni rinsecchiti. Il giovane a destra discute con il compagno; un terzo giovane, con il mantello rosso, spezza sulle ginocchia la sua verga ormai inutile; un quarto giovane, in azzurro, forse il figlio stesso del sacerdote Abiatar (e che quindi si considerava già il prescelto) si fa avanti, digrigna i denti in una smorfia e alza addirittura la mano contro gli sposi.

LO SPOSALIZIO
Il più famoso matrimonio della storia: Giuseppe infila l’anello al dito della vergine Maria e il sacerdote la invita a riceverlo. Maria con la sinistra poggia la mano sul grembo, presentimento di ciò che le accadrà: rimarrà incinta per opera dello Spirito Santo, qui rappresentato davanti a lei in forma di colomba.

IL BASTONE DI GIUSEPPE
La verga di Giuseppe è verdeggiante di germogli e fiorita in un bellissimo giglio da cui si stacca in volo una colomba bianca con le ali aperte: è lui il prescelto dallo Spirito Santo che presto scenderà anche sulla sua sposa Maria durante l’Annunciazione.

LE TRE TESTIMONI
Tre donne dai colori simbolici rivelano in sequenza da destra verso sinistra (nei colori azzurro, rosso e bianco) il procedere della maternità, evidentissima nella terza donna che è vestita con lo stesso identico colore di Maria. Le tre figure simboliche potrebbero rappresentare le virtù teologali: Fede, Carità e Speranza. In particolare è la Fede, vestita di bianco così vicina a Maria, a ricordare alla Vergine che attraverso la sua fede nelle parole dell’angelo diventerà madre di Gesù.

UNA BASILICA GOTICA
La rotondità dell’abside suggerisce la maternità spirituale che viene dall’alto, dallo Spirito Santo che nell’Annunciazione scenderà su Maria che è posta esattamente al centro della conca absidale. L’architettura a tre navate rappresenta un esempio di chiesa gotica italiana così come venivano costruite ai tempi di Giotto.

Biografia dell'autore
Giotto di Bondone (dal nome del padre Angiolino, Angiolotto, Giotto), uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi, nacque a Colle di Vespignano presso Vicchio del Mugello (Firenze) intorno al 1267. Iscritto al terz’ordine francescano, ebbe otto figli e lavorò a importanti cicli di affreschi con storie francescane (Assisi 1295-1299 basilica san Francesco), episodi evangelici (Padova, 1303-1305 cappella Scrovegni) e ancora storie francescane (Firenze, cappella Peruzzi 1325). Morì a Firenze l’8 gennaio del 1337 e venne sepolto a santa Reparata.