Credere n° 09 - giugno 2013

LA BELLEZZA CI SALVERÀ

CRISTO CAPO DELLE COSE VISIBILI E INVISIBILI

Mediatore tra terra e cielo

Raffaello Sanzio

Raffaello Sanzio
Trionfo dell’Eucarestia
(1508-1509)
affresco base cm 770
Città del Vaticano, stanza della Segnatura

La Stanza della Segnatura, biblioteca e studio di papa Giulio II Della Rovere, è stato il primo ambiente delle Stanze vaticane ad essere affrescato da Raffaello tra il 1508 e il 1511. In particolare il Trionfo dell’Eucarestia o Disputa del sacramento, è prima delle quattro pareti affrescate dal geniale pittore urbinate, cui seguirono la Scuola di Atene dedicata alla filosofia, il Parnaso alla poesia e infine la stanza dedicata alla Virtù e alla Legge. Come indica la scritta affrescata sulla volta, si tratta di “disputa delle cose divine”, cioè rivelazione, ricapitolazione di tutte le cose in Cristo mediatore, vivo nella gloria del cielo e presente sulla terra nel sacramento dell’altare. La composizione evoca un grande anfiteatro, la volta celeste e terrena, la conca absidale di una grande chiesa a cielo aperto, divisa orizzontalmente da una corona di nuvole. Nella parte inferiore la Chiesa militante raccolta intorno all’ostensorio dove l’ostia consacrata è esposta per l’adorazione. In alto, elevata sul balcone di nubi la corona dei profeti e degli apostoli. Sopra Cristo il Padre celeste benedicente e ai piedi di Cristo la colomba dello Spirito santo.

NEL CERCHIO DIVINO
Cristo risorto appare seduto su un trono di nubi, circondato da una raggiera di luce con una cornice blu di cherubini e serafini. Giovanile e radioso, Gesù è a petto scoperto e mostra le piaghe gloriose delle mani e del costato; a sinistra Maria Vergine lo adora e san Giovanni Battista lo indica come l’Agnello di Dio.

ADAMO E SAN PIETRO
Da sinistra in alto sulle nubi incontriamo san Pietro, Adamo, san Giovanni evangelista nell’atto di scrivere, il profeta Davide con la cetra, santo Stefano protomartire vestito da diacono e benedicente; infine di spalle, presso il trono ma dietro a una nuvola, il profeta Giosué.

MOSÈ E SAN MATTEO
Da destra in alto san Paolo con libro e spada, Abramo con il coltello del sacrificio, l’apostolo Matteo con il vangelo, Mosé con le tavole della legge, san Lorenzo con la graticola e la palma del martirio e infine, accanto al trono, Giuda Maccabeo, guerriero d’Israele con elmo e corazza.

LA GIOSTRA ANGELICA
Le nove sfere angeliche sono qui rappresentate sospese tra le nuvole e la cupola d’oro del cielo; gli angeli appaiono appesi ai raggi come in una giostra per bambini; l’insieme ha un effetto tridimensionale: la scena sembra svolgersi all’interno di una sfera rotante.

TRE CERCHI DIGRADANTI
Nella grande sfera dorata e raggiante Cristo appare con i segni della passione; ai suoi piedi una sfera intermedia contiene la colomba dello Spirito santo con le ali aperte; sotto, nel terzo cerchio dell’ostensorio è esposto il santissimo sacramento, presenza reale di Cristo nel mondo resa possibile dallo Spirito che scende su pane e sul vino durante la consacrazione della Messa.

SANTI E FILOSOFI
Accanto all’altare in ginocchio san Francesco, dietro di lui san Gregorio di Nissa con le braccia tese, san Gerolamo con la lunga barba e il leone, san Gregorio Magno con il triregno papale; in piedi di spalle, avvolto in un manto azzurro, il filosofo Origene; dietro di lui due vescovi e ai loro piedi tre uomini in adorazione; in secondo piano i fondatori degli ordini religiosi, in primissimo piano un giovane si volte e invita alcuni filosofi a superare la ragione con la fede.

POETI E TEOLOGI
Vicino all’altare con il braccio alzato è san Giustino martire, dietro di lui Duns Scoto, i vescovi sant’Ambrogio e sant’Agostino (che detta a un giovane seduto), san Tommaso d’Acquino, papa Sisto II con triregno, san Bonaventura con cappello e libro, papa Sisto IV della Rovere (zio e maestro di Giulio II) a figura intera con manto dorato, Dante Alighieri e un filosofo che invita un giovane a convertirsi a Cristo.

Biografia dell'autore
Raffaello Sanzio incarna l’ideale del pittore rinascimentale che fa “le cose non come le fa la natura ma come elle le dovrebbe fare”. Perfetto quindi oltre ogni limite. Nasce a Urbino il 6 aprile 1483 e muore giovanissimo a Roma, esattamente trentasette anni dopo, il 6 di aprile del 1520. Tra i suoi capolavori le Stanze vaticane, le Madonne, i ritratti femminili. Raffaello fu anche architetto e affiancò il Bramante nella fabbrica di san Pietro.