Guerra

La linea dei tetti è perfetta
una lunga trincea di tegole
fatte con il Lego e sulle cime
i colmi del tetto allineati
come tanti vagoncini

su tutto scende morbida la sera
dolce sera milanese
di velluto e viola
luna novella ed è facile la rima
con la prima lucente stella

facile se non fosse che alla televisione
stasera è guerra – un’altra
non di quelle solite in prima serata
con gli indiani a fare da cattivi
e noi a battere le mani

visi neri contro pallidi
noi nordisti e pallidi mandriani – No!
la guerra dicevamo quella vera
profughi che si mischiano
alle réclame di Costa crociera

No! – stasera è guerra
a ogni colpo soccombe un nome
qui sulla nostra stessa terra
ad ogni vibrazione d’artiglieria
un colpo allo stomaco e un altro al cuore

le fiamme salgono e un groppone
sale mentre i tetti ardono
come pire funebri ancora salde
per un momento sulle nude travi
perfette del disegno umano ancora reggono

stasera è guerra a tutte le televisioni
ardono lingue e opinioni disparate
si aggrovigliano le lingue – le più sparate
a fronte di un nemico
comune come un virus antico

perché il nemico è l’arida morte
orrida sorte che attraversa il petto a ogni mortale
qualcuno al parlamento europeo
chiede più armi all’Europa (forse basterebbe
un surplus di intelligenza)

mentre la luna naviga nel cielo
ricorda il Kosovo ricorda Sarajevo
ricorda Praga Budapest
e non sa fare altro che piangere
dietro un fumo nero.