Medjugorje

Krizevac

Mi portate le vostre statue
Mani e piedi e i vostri occhi e cuori di gesso
Passando tra verdi ali di angeli salite
Reggendovi ai loro rami
Scivolando sulla terra rossa
Imbrattandovi i piedi e lasciando le mani contare
I passi e le ore sui sassi del rosario
Da una pianura di sangue sale il Krizevac
Là sulla pianura i martiri di Sciroki Brieg* si sciolgono come fumo
La loro memoria svapora con le nebbie d’autunno nella campagna
Ma il loro sangue va a tingere di rosso le vigne
E sale fino qui a placare i vostri cuori
Con il balsamo di una sofferenza redentrice

Le vostre statue i vostri gessi muterò in carne
I vostri cuori in fontane cui si abbevererà il povero che invoca
E il misero che non trova ascolto
E il morto dimenticato negli angoli più nascosti
Del purgatorio – antri rocce umidi sassi

Portatemi le vostre membra riarse
E io ne farò fronde d’ali con la rugiada delle mie lacrime
Braccia aperte al cielo
Vincastri di luce e grappoli
Sfarinerò i pensieri e ne farò pane per l’intelligenza degli uomini
Intelligenza di Dio e pane di via
Un viatico leggero

Podbro

Volgi a noi quegli occhi
Fonti di un cuore amante nel silenzio freddo delle nostre notti
Rotti noi siamo a pensieri vani
Prolunga lo sguardo prolunga le mani
Fa delle nostre dita conche dove si raccolgano le tue lacrime
Fa delle nostre mani spugne per detergere i volti
Col santo collirio – ultima acqua del sangue del Suo costato aperto
Detergi irriga feconda benefica benedici
La terra rossa del nostro esilio

Qualcosa in forma umana è apparso
Tra le pietraie e le nuvole
Qualcosa che non è pietra o nuvola – forma umana
Un’effige che porta il sembiante della stirpe d’Eva
Figlia d’Eva eppure madre generata prima di lei sotto la pergola
Nel tempo primo fuori dal tempo

Nuvola o pietra generata prima – fontana d’armonia segreta

In viaggio

Cieli pezzati e altopiani carsici
Roccia scavata d’acque e betulle spugne di boschi
Condensati vapori e ruggine
Specchi di prati e pietre affioranti
Rotolanti armenti e nuvola marina
Porta un fiato grigio e bianco a questi monti silenziosi
Tagliati dal lungo nastro dove corrono gli uomini

Nuvola nuvola nuvola che interroghi la collina
I suoi sterpi che la soffocano
Vento vento vento – di mare dall’ovest all’est
Colle di Rabuzin** fiorito e un sole slavo dai petali d’oro

 

* trenta martiri francescani uccisi e bruciati da partigiani comunisti il 7 febbraio 1945 per essersi rifiutati di calpestare il crocifisso e rinnegare la propria fede. Giovanni Paolo II ne ha aperto il processo di beatificazione.

** pittore naif croato (1921-2008)